Napoli. hanno voluto scrivere una lettera per ricordare “zio Francesco” il loro compagno di cella morto suicida due settimane fa a Poggioreale. Sono i detenuti della stanza 28 del padiglione Firenze. Lo zio Francesco a cui fanno riferimento è Francesco Verde trovato con una corda al collo la mattina del primo luglio scorso. “Si è trattato di un vero dramma nel dramma-scrivono- che inconsapevolmente ha visto coinvolti noi altri sei compagni di cella. Un attimo che per sempre rimarrà impresso nelle nostre menti e niente e nessuno potrà sbiadirne il ricordo. Era una persona buona, di poche parole ma sempre pronto ad ascoltarti a consigliarti, riuscendo a mettere chiunque a proprio agio. Era il nostro ‘Punto fermo’, il nostro riferimento… lui c’era e il fatto stesso di saperlo accanto infondeva in noi una meravigliosa sensazione di quiete. Ammiravamo in lui il modo con il quale riusciva a convivere con la terribile situazione che ognuno di noi vive quotidianamente. Sembrava essere impermeabile alle emozioni, sembrava ma non lo era. La terribile scena che ci siamo trovati innanzi ai nostri occhi ha putropoo dimostrato che alla lunga era una persona che soffriva più di noi e che, a differenza del gruppo, era prigioniero della sua stessa sofferenza…Sorge spontanea una domanda: perché lo ha fatto? Abbiamo forse mancato in qualcosa che potesse servire ad aiutarlo o comunque a confortarlo? Ognuno di noi ha riflettuto pensando ad attimi nei quali avrebbe potuto farci notare qualche suo atteggiamento ‘sospetto’. Non ha nessun senso flagellarci. Le risposte alle nostre domande è stato lui a portarsele via con se per sempre !!…Questo drammatico episodio, privo di logica apparente,, un episodio che stride sia con la vita sia con la morte ed in questo caso la vita non ha fatto il suo percorso ‘naturale’ poiché alla stessa è stata preferita la morte. E’ estremamente difficile soffermarsi a trattare un argomento costituito da tali argomentazioni ma , di certo, pensiamo sia un atto ‘dovuto’ nei riguardi di una persona, di un amico che consapevolmente ha deciso di andare via. Ciao zio Francesco, da oggi saremo più soli…”.
(ha collaborato Carlo Landolfi)
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