Sul concorso per infermieri bandito dal Cardarelli si è detto di tutto. Come spesso succede dove non si è abituati ad essere premiati per merito, quanti non sono riusciti a superare le selezioni hanno iniziato a sparlare di “brogli” e “clientele”. Su questo il Tribunale amministrativo della Campania non ha avuto dubbi: nessuna violazione dei principi di segretezza, par condicio e trasparenza. Mi chiedo chi pulirà l’immagine di questo ospedale che, ancora una volta, è oggetto di uno scandalo inesistente». Il commissario straordinario del Cardarelli, Anna Iervolino, commenta così la decisione della V Sezione del Tar della Campania in merito al ricorso presentato da 150 candidati che non hanno superato le prove di concorso a 20 posti di infermiere bandito al Cardarelli.«Con grandissimo clamore degli studi legali delle parti ricorrenti – aggiunge Iervolino – è stata fatta passare ancora una volta l’immagine di un concorso “aggiustato” per gli amici e di un Cardarelli pieno di ombre. Nulla di più falso, come ha sentenziato il Tar. La struttura commissariale che dirigo ha preso in esame ogni segnalazione pervenuta, anche anonima, e ha inviato tutti i documenti in Procura. Intanto, dall’indagine interna non è emerso alcun dato degno di nota. L’unica cosa che resta è il danno di immagine per questa azienda ospedaliera, per una squadra che lavora ogni giorno per garantire assistenza e cure a chi ne ha bisogno. È a queste donne e a questi uomini, operatori socio sanitari, infermieri, medici e amministrativi, che va il mio grazie. Perché, nonostante tutto il fango che ci viene gettato addosso, qui si continua a lavorare con dedizione e motivazione». Per fare chiarezza, le tipologie di ricorsi presentati rispetto al concorso bandito per 20 posti da infermiere sono stati due: uno relativo alla bontà di una domanda prevista dalle prove selettive; un altro volto a denunciare la violazione dei principi di segretezza, par condicio e trasparenza del concorso. In merito al primo ricorso, il Tar ha deciso di ammettere in via cautelare alcuni esclusi, fissando al 2020 la verifica, anche a mezzo di un consulente tecnico d’ufficio, della fondatezza o meno della lamentata ambiguità della domanda in questione. Rispetto al secondo ricorso, quello che avrebbe voluto denunciare brogli e irregolarità, il Tar ha invece respinto. Evidenziando ancora una volta come tutto sia avvenuto secondo le regole e sulla base del merito.
Articolo pubblicato il giorno 29 Luglio 2019 - 14:45