È uno dei più grandi chitarristi della storia del rock, del blues e del jazz. “Il chitarrista dei chitarristi”, così viene definito. La leggenda internazionale Melvin Taylor, direttamente da Chicago con Blues Machine Tour illuminerà l’anfiteatro “Pino Daniele” per la seconda serata del Baronissi Blues Festival mercoledì 24 luglio 2019, la kermesse organizzata dall’associazione culturale “Tutti Suonati” con la direzione artistica di Fabio Clarizia, tra gli eventi di punta del Baronissi Fest, il cartellone estivo del Comune di Baronissi. L’apertura sarà affidata invece al “Mandolin Blues – The Piano Sessions” di Lino Muoio, sperimentatore e innovatore, tra i più rappresentativi musicisti blues della scena italiana. Start alle ore 21 – concerto come sempre ad ingresso gratuito.
Le straordinarie competenze tecniche, l’impeccabile senso del tempismo e del fraseggio, con toni ricchi e una trama tutta sua, hanno collocato Taylor saldamente al vertice delle sei corde del mondo. “Un chitarrista vulcanico. Il tipo di virtuosismo trascina il pubblico in un mondo di rischi, possibilità e eccitazione”, scrive The New York Times. “Uno dei chitarristi blues più esilaranti che emerge negli ultimi dieci anni. È più un innovatore blues che un purista, che mescola accordi jazz e influenze rock nel suo arazzo di blues elettrico”, dice di Taylor The Rolling Stone Magazine.
Un maestro autodidatta influenzato da molti pionieri della chitarra tra cui Albert King, Jimmy Reed, Wes Montgomery e Jimi Hendrix. L’abilità di Melvin Taylor è stata riconosciuta dai grandi del rock, ritrovandosi sullo stesso biglietto insieme a Stevie Ray Vaughan, Carlos Santana, George Benson, Buddy Guy e BB King. Può contare tra i suoi fan artisti del calibro di Mick Jagger, Patty LaBelle, Joey Alexander e Joe Bonamassa.
Melvin è un prolifico compositore, straordinario produttore e artista discografico, oltre alle sue straordinarie capacità dal vivo che lo hanno portato ad esibirsi sui palchi di tutto il mondo dall’Argentina, al Canada alla Cina, e ancora Cile, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Norvegia, Polonia, Turchia, Ucraina, Isole Vergini e ovviamente gli Stati Uniti. Stile virtuoso e assoli mozzafiato, in un crossover di generi, mescolando fluidi jazz, blues, rock e s soul. Un artista che merita, secondo i grandi critici musicali, di essere collocato all’interno del museo dei grandi della chitarra: Wes Montgomery, George Benson, Chet Atkins, Frank Zappa, Earl Klugh, Jim Hall, Leo Kottke, Robert Fripp, Grant Green, Pat Metheny, tutti, indipendentemente dallo stile e dal genere.
OPEN ACT – A fare da preview sul palco del #BBF2019 il mandolino blues di Lino Muoio che, dopo il successo del 2012 torna con una nuova produzione: Mandolin Blues – The Piano Sessions. Da oltre 20 anni attivo come chitarrista e mandolinista, il suo particolare contributo incrocia sonorità della tradizione americana con originali spunti di quella partenopea. The Piano Sessions mostra la naturale evoluzione del progetto Mandolin Blues, ripercorrendo, attraverso l’essenziale dialogo tra mandolino e pianoforte, uno stile vintage con richiami alle sonorità e alle atmosfere degli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. La formazione in quartetto, con la voce e il pianoforte del talentuoso veterano del Blues italiano Mario Donatone, assieme allo stile mandolinistico assolutamente personale di Lino Muoio, danno a questo progetto un carattere di assoluta originalità e lo rendono unico nel panorama musicale Blues italiano ed europeo.
Articolo pubblicato il giorno 15 Luglio 2019 - 18:52