Una nuova Cassa per il Mezzogiorno, in versione 4.0. La rinascita dell’ente, soppresso nel 1984, è stata prefigurata durante gli incontri preparatori alla manovra dal ministro per l’Economia Giovanni Tria. Il quale, però, mette subito le mani avanti: ci vorrà tempo perché “la questione dello sviluppo del Sud è un tema molto complesso, occorre una programmazione seria”.L’idea piace ai sindacati. Al Sud “abbiamo un problema di credito verso le imprese e anche verso i lavoratori”, sottolinea Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl. Anche il suo collega della Uil, Carmelo Barbagallo, parla di una nuova versione della Cassa del Sud, che potrebbe essere rifondata come braccio della Cdp per erogare credito agevolato. L’istituto non dovrà essere “uno strumento corruttivo come è stata la Cassa per il mezzogiorno”, ma dovrà “permettere di fare interventi necessari in tutte le realtà del Sud che hanno bisogno di strutture materiali e immateriali”, sottolinea Barbagallo.E’ soddisfatto Maurizio Landini, leader della Cgil: con l’idea lanciata da Tria, l’esecutivo “risponde alla richiesta di avere un’Agenzia nazionale per lo sviluppo”. Landini però blocca senza appello un’altra proposta del governo giallo-verde. Per il suo sindacato non si può pensare ad uno sviluppo del Sud procedendo con l’autonomia differenziata, che per la Cgil “vuol dire allargare le divisioni che già ci sono in questo Paese”. Insomma, si “raccontano balle se si dice che ognuno si può chiudere nel suo condominio, nella sua provincia e nella sua regione”, scandisce Landini.Quello sul Mezzogiorno è il secondo round di incontri per preparare la manovra. Il primo, la settimana scorsa, si era concentrato sul fisco. E lunedì prossimo toccherà al lavoro. A guidare il confronto è sempre il premier Giuseppe Conte (che sottolinea come il rilancio delle regioni meridionali sia necessario per risollevare l’intero Paese). Assieme a Conte ci sono Tria, il vicepremier M5S Luigi Di Maio, la ministra per il Sud Barbara Lezzi, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, la viceministra all’Economia Laura Castelli e il sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi.Nell’illustrare il ‘Piano per il Sud’ Lezzi chiede un ulteriore incontro sul tema della decontribuzione alle imprese, particolarmente urgente in vista della prossima legge di Bilancio. “Voi ritenete che si tratti di un sostegno a pioggia ma a me viene richiesta da molte imprese, soprattutto dei settori alimentare, calzaturiero e tessile – sottolinea Lezzi -. Magari la si può considerare in un’ottica più mirata la decontribuzione, su questo potremmo confrontarci. Io immagino che al di là del 2020, la decontribuzione possa essere una misura distribuita su più anni, decrescente”.
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