E’ prevista per oggi, mercoledì 3 luglio, la inaugurazione della mostra “Gli Assiri all’ombra del Vesuvio” al Museo Archeologico Nazionale. La mostra resterà aperta fino al 16 settembre prossimo ed è organizzata in sinergia con l’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” e ISMEO-Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente.
L’idea della mostra, sviluppata dalla professoressa Simonetta Graziani che ha lavorato alla sua organizzazione con un gruppo di allievi e colleghi dell’Orientale, è nata da un originale e piuttosto dimenticato patrimonio del Museo. Si tratta di tredici calchi in gesso di rilievi neoassiri da Ninive e Nimrud, i cui originali appartengono alle collezioni del British Museum di Londra e sono esposti nel cosiddetto Assyrian Basement. Le circostanze in cui arrivarono a Napoli e in particolare al Museo archeologico sono descritte nel catalogo, così come il clima culturale in cui lo scavatore di Ninive, Austen Henry Layard (1817-1894), poteva sottolineare la sua stima per l’allora direttore del Museo e scavatore di Pompei Giuseppe Fiorelli (1823-1896) è testimoniato dai reciproci scambi di doni, molti dei quali reperti dei rispettivi scavi, secondo un’etica scientifica naturalmente oggi difficilmente condivisibile. La mostra “Gli Assiri all’ombra del Vesuvio” avrà quindi non soltanto la finalità di raccontare le caratteristiche di una grande civiltà del passato, ma anche di porre in evidenza la ragguardevole dimensione del laboratorio culturale offerto dalla Napoli dei primi decenni unitari, e infine, obiettivo non ultimo, quello di attirare l’attenzione sull’esistenza a Napoli e all’Orientale di una tradizione assiriologica ormai antica e consolidata che raggiunse, durante l’insegnamento attivo del suo fondatore, il professor Luigi Cagni, le dimensioni del più grande centro italiano – e uno dei più grandi d’Europa – di questi studi.
Articolo pubblicato il giorno 3 Luglio 2019 - 10:45