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Giudice corrotto, mister preferenze di Scafati Alfonso Di Massa pagò 10mila euro per aiutare una parente a superare il concorso da carabiniere

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Favori, pastiere, sentenze aggiustate e concorsi pilotati per giovani magistrati o allievi carabinieri: la longa manus della cricca del giudice Alberto Capuano e di Antonio Di Dio, consigliere della X Municipalità di Napoli (Bagnoli) passa anche per Scafati. Coinvolto nell’inchiesta che ha portato all’arresto di Capuano, ex gip del Tribunale di Napoli poi trasferito nella sede distaccata di Ischia, anche il politico-imprenditore scafatese Alfonso Di Massa, l’uomo più votato alle ultime amministrative con oltre 700 voti, eletto nella lista Fratelli d’Italia a sostegno del neo sindaco Cristoforo Salvati. Del neo consigliere Di Massa si parla nell’ordinanza firmata dal Gip romano Costantino De Robbio per uno dei capitoli di accusa contestati ad Antonio Di Dio, l’uomo ritenuto il tramite tra esponenti del clan Mallardo e il giudice ‘corrotto’. Anche nel caso di Di Massa emerge un episodio di corruzione: lo scafatese fa da tramite presso Di Dio per ‘agevolare’ il superamento del concorso come allievo carabiniere di una sua parente. A far emergere l’episodio nell’indagine curata dai poliziotti della Squadra mobile una conversazione intercettata tra Di Massa e Di Dio in cui si parla di un accordo, evidentemente preso prima dell’avvio delle intercettazioni, per ‘aiutare’ la parente a superare il concorso. Diecimila euro per un aiuto che sarebbe partito dopo il superamento dei quiz. E’ il 28 marzo scorso, quando Di Massa chiama Antonio Di Dio per sapere qual è l’esito della richiesta di raccomandazione e il consigliere della municipalità spiega: “Allora io ho parlato per quanto riguarda questa storia dei carabinieri. Nei carabinieri ci sono due prove lo scritto e poi un’altra cosa che… . Allora mi hanno detto che non ci sono problemi. Devono fare i quiz. Una volta passati i quiz può stare tranquilla al 100% però deve passare i quiz. Poi viene da me le faccio conoscere questa persona ed è garantita al mille per mille”.
Di Dio pattuisce con Alfonso Di Massa il prezzo di questo interessamento: 5mila euro nel momento dell’iscrizione al concorso e 5mila euro dopo il concorso. Il contenuto di quell’intercettazione viene provato pochi giorni dopo quando Di Massa e Di dio si incontrano per il primo scambio di danaro. Cinquemila euro in contanti e la restante parte con un assegno a garanzia della restante parte del ‘debito’. Ricevuti i soldi, ad aprile scorso, Di Dio – lo stesso giorno – chiama Di Massa mentre è in compagnia del comandante della capitaneria di Porto Giuseppe Menna che ringrazia il politico scafatese per delle ‘regalie’ Pasquali e per parlare direttamente con l’aspirante carabiniere. E’ proprio il comandante Menna ad indirizzare la ragazza verso il segretario particolare di un alto ufficiale dell’Arma per presentarsi come ‘quella persona del comandante Menna”. Una frase che le ‘avrebbe cambiato la vita’. Secondo il Gip De Robbio che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Di Dio i dialoghi intercettati sono di una chiarezza estrema, e questo sarebbe l’ennesimo caso di un accordo corruttivo concluso dal consigliere della X municipalità di Napoli che ha ricevuto danaro in cambio della sua intermediazione tra un privato – Alfonso Di Massa – e un pubblico funzionario.


Articolo pubblicato il giorno 10 Luglio 2019 - 06:36

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