E’ un uomo di 35 anni originario di Milazzo la vittima della violenta eruzione che ha interessato oggi Stromboli. L’uomo era impegnato in una escursione vicino la Sciara del Fuoco quando è stato colto di sorpresa dall’eruzione. Il Comune di Lipari riferisce che “non ci sara’ una vera e propria evacuazione” da STROMBOLI a seguito dell’eruzione del vulcano, ma “tutti coloro che vorranno lasciare l’isola saranno messi in condizioni di farlo in sicurezza”. A riferire la circostanza e’ il dipartimento di Protezione civile della Regione Siciliana. La Protezione civile regionale siciliana ha disposto lo stazionamento davanti a Stromboli di una nave militare e di una nave privata per far fronte ad una eventuale evacuazione dell’isola interessata nel pomeriggio dalla violenta eruzione e dagli incendi. Lo dice il dirigente della Protezione civile regionale, Calogero Foti, che aggiunge: “La situazione al momento e’ tranquilla, e’ una misura precauzionale. Molti turisti che hanno ritenuto di farlo, del resto, sono gia’ stati portati via da motovedette della Guardia costiera fino a Lipari e qui assistiti dal sindaco. E’ stato un evento particolarmente violento, con conseguenze anche a bassa quota e anche drammatiche come nel caso della morte dell’escursionista”. A partire dalle 16:46 del 3 luglio 2019, si è verificata una violenta sequenza esplosiva parossistica che ha interessato l’area centro-meridionale della terrazza craterica dello STROMBOLI. Dalle immagini delle telecamere di sorveglianza dell’Osservatorio Etneo dell’INGV (INGV-OE) è stato possibile distinguere due eventi esplosivi principali molto ravvicinati, rispettivamente alle 16:46:10 e alle 16:46:40. La sequenza è stata preceduta, alle 16:44, da alcuni trabocchi lavici scaturiti da tutte le bocche attive della terrazza craterica”. Lo riferisce l’Ingv in una nota. “Il personale dell’INGV in campo – continua la nota -ha osservato una colonna eruttiva che si è innalzata per oltre 2 km di altezza al di sopra della area sommitale disperdendosi in direzione sud-ovest. I prodotti generati dalla sequenza esplosiva sono ricaduti lungo i fianchi del vulcano. L’analisi dei dati della rete sismica ha permesso di individuare, oltre alle esplosioni maggiori, circa 20 eventi esplosivi minori. Dopo l’esaurimento della fase parossistica, l’ampiezza del tremore vulcanico è sensibilmente diminuita. L’evoluzione dei fenomeni è seguita continuamente attraverso le reti di monitoraggio e dal personale in campo delle Sezioni dell’INGV, Osservatorio Etneo di Catania, Osservatorio Vesuviano di Napoli e di Palermo Geochimica”. “Le esplosioni dello STROMBOLI di questo pomeriggio sono state un fenomeno assolutamente eccezionale. Se ne verificano cinque o sei ogni cento anni”. A dirlo al TG1 il capo della protezione civile Angelo Borrelli.
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