Nelle aule giudiziarie continua a manifestarsi periodicamente il fantasma del braccio operativo dell’ex consorzio per i rifiuti Ce4 (Caserta 4), l’Eco4, la società al centro di tante inchieste sul rapporto tra politica, imprenditoria e camorra, e che al momento hanno coinvolto pesantemente l’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, e l’ex ministro Mario Landolfi (su quest’ultimo penderebbe una richiesta di condanna a 3 anni e sei mesi di reclusione). In questi giorni, invece, la stampa provinciale ha riferito dell’esistenza di una nuova inchiesta sul consorzio che inglobava una ventina di comuni tra il litorale casertano e l’Agro caleno. La Procura distrettuale antimafia avrebbe inviato a venti persone l’avviso di conclusione di indagini nell’ambito di una inchiesta sul fallimento della società Eco4. Tra gli indagati, accusati – pare – di bancarotta fraudolenta, ci sarebbero nomi in vista del passato e del presente politico della zona. Il giornale online dell’Alto casertano riferisce i nomi degli ex sindaci Giuseppe Di Bernardo (Camigliano), Antonio Bonaccio (Pastorano) e Antonio Merola (Sparanise), dell’ex assessore Francesco D’Alonzo (Pignataro Maggiore), dell’allora delfino politico dell’ex ministro Landolfi, Mattia Di Lorenzo, di Pasquale Cammuso di Giano Vetusto e di Antimo D’Errico di Bellona. A questi si aggiungerebbero Sergio Orsi di Casal di Principe e Giuseppe Valente di Mondragone. Per alcuni si ipotizza, in qualità di componenti del consiglio di amministrazione del consorzio Eco Quattro – dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere del 1/4/08 – di aver contribuito a determinare il dissesto della società.
Articolo pubblicato il giorno 4 Luglio 2019 - 10:40