E’ caccia agli altri complici, agli imprenditori che acquistavano l’alcol di contrabbando e ad una altra parte del tesoro degli specialisti della vendita e commercializzazione di alcol di contrabbando che ieri sono stati arrestati nell’operazione Black Spirit portata a termine dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caserta nell’ambito di un’ indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord. A capo dell’organizzazione vi erano Francesco Cervino, detto Checco, 46enne di Capodrise. e Michele Gallotta, 45enne, di Quadrelle, in provincia di Avellino. La guardia di finanza ha scoperto che i proventi dell’attività illecita venivano riciclati su conti correnti di società nella disponibilità
dell’organizzazione. L’inchiesta ha individuato anche l’uso di conti bancari a Malta. La maggior parte del denaro era investito in edifìci da ristrutturare, auto di lusso e yatch L’inchiesta ha portato all’emissione di 25 misure cautelari personali (di cui 13 in carcere, 10 arresti domiciliari e 2 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria), nonché del sequestro preventivo di beni, rapporti finanziari, partecipazioni societarie e complessi aziendali per circa 80 milioni di euro.
Agli indagati, domiciliati in diverse località d’ Italia, sono stati contestati a vario titolo i delitti di associazione per delinquere transnazionale, sottrazione all’accertamento ed al pagamento dell’accisa sull’alcol e sulle bevande alcoliche, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, abuso d’ufficio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. In particolare, i destinatari dell’ordinanza sono gravemente indiziati di aver fatto parte di un gruppo criminale transnazionale ( o, comunque, di averne agevolato l’attività illecita) con base nelle province di Napoli e Caserta e ramificazioni in diverse regioni del centro nord Italia (Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Veneto), nonché in territorio comunitario (Bulgaria, Slovacchia, Germania, Inghilterra, Olanda e Slovenia) ed extra U.E. (Azerbaijan e Serbia), composto da 15 persone e al cui vertice si collocano 2 persone residenti nella provincia di Caserta ed Avellino.
Dalla attività investigativa posta in essere, è risultato che il gruppo ha operato fraudolentemente, nel periodo 2017 -2018, nel settore dell’importazione e commercializzazione di prodotti alcolici, potendo contare anche su una fitta rete di soggetti compiacenti, tra cui i titolari di depositi fiscali e commerciali, con sede sia in Italia che all’estero.
La vorticosa attività illecita si è manifestata in molteplici operazioni di importazione di ingenti volumi di alcool etilico e di vari superalcolici (vodka, rhum e whisky) per un’evasione di imposte (accisa, IVA ed imposte dirette) stimata in oltre 20 milioni di euro, inondando così il mercato con oltre 4,3 milioni di litri di prodotto di contrabbando, venduto in nero sia in Italia che in altri Paesi del Nord Europa. A seguito degli approfondimenti investigativi eseguiti dalle Fiamme Gialle del Nucleo di polizia economico finanziaria di Caserta -mediante, tra l’altro, intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese, acquisizioni documentali e indagini finanziarie -è stato possibile individuare l’utilizzo da parte dell’associazione per delinquere di 4 diversi sistemi di frode, posti in essere a seconda delle circostanze:
1)False esportazioni verso Paesi extra-Ue: il prodotto inviato da depositi fiscali comunitari in sospensione d’imposta veniva fatto transitare in depositi fiscali italiani che lo destinavano, solo apparentemente, all’esportazione verso Paesi extra UE con un documento elettronico di accompagnamento che veniva “chiuso” grazie alla compiacenza di un funzionario doganale infedele mentre la merce veniva in realtà destinata al mercato nero nazionale e, marginalmente, anche comunitario.
2) Duplice trasporto con medesimo documento di accompagnamento elettronico: un deposito fiscale mittente comunitario spediva a un deposito fiscale italiano prodotto alcolico in sospensione d’imposta, emettendo un documento elettronico su cui veniva indicata una durata del viaggio ben superiore al necessario, così da consentire l’effettuazione di più trasporti con la stessa documentazione giustificativa del carico. Il deposito destinatario, quindi, ricevuto il primo carico di prodotto alcolico non inviava telematicamente la nota di avvenuto ricevimento alla dogana competente, attendendo invece l’arrivo del secondo carico.
3) Chiusura fittizia dei documenti elettronici: l’organizzazione poteva contare sulla disponibilità di alcuni depositi fiscali italiani (collocati a Roma, a Grosseto e in provincia di Brescia) che, secondo l’ipotesi accusatoria, provvedevano ad attestare falsamente, attraverso il sistema EMCS (Excise Movement and Contro/ System) dell’Agenzia delle Dogane, la ricezione di ingenti quantitativi di prodotto alcolico in sospensione d’imposta, che invece venivano trasportati altrove per essere poi destinati alla vendita in nero. Per tale servizio i responsabili dei depositi fiscali percepivano compensi dall’organizzazione variabili secondo la quantità e la concentrazione di alcool nel prodotto trattato, in base ad un vero e proprio listino criminale.
4) Utilizzo fraudolento della procedura di riserva: in questo caso l’operatore mittente
– utilizzando artatamente la procedura di riserva da attivarsi solo in caso di malfunzionamento del sistema telematico di tracciamento del prodotto in sospensione d’imposta – emetteva un documento di accompagnamento cartaceo che, però, non veniva segnalato all’Ufficio delle Dogane territorialmente competente, avendo solo la finalità di dare una parvenza di legalità al carico in caso di controlli su strada da parte delle Forze di Polizia. Ovviamente, a consegna avvenuta, il documento veniva distrutto e l’alcol poteva essere immesso in consumo senza lasciare alcuna traccia.
IN CARCERE
Cervino Francesco
Barberio Antonio
Di Blasi Daniele
Galotta Michele
Lupoli Pasquale
Manna Antonio
Morabito Emanuele
Morello Pietro
Valtchev kostantin
Verrengia Marco
ARRESTI DOMICILIARI
Baldissara Paola
Caprio Giuseppe
D’Albenzio Ciro
Di Napoli Gianluca
Galotta Michele
Giglio Salvatore
Massa Sebastiano
Mazzariello Enrico
Piscopo Marco
Sinatra Gioacchino
INDAGATI
Avallone Francesco
Bettarino Gaetano
Cappello Antonio
Cascone Pasquale
Cortellazzo Claudio
De Lucia José
Duello Andrea Francesco
Duello Salvatore
Fontana Pasquale
Giovanetti Luca
Granata Luigi
Kirilov Antonio
Lanave Nicola
Lupoli Pasquale
Mazzone Ciro
Martino Antonio
Mastellone Umberto
Melis Andrea
Piscitelli Antonio
Ricciardi Giovanni
Rossetti Luigi
Siciliano Ivan
Articolo pubblicato il giorno 13 Luglio 2019 - 09:33