Si chiude la 49esima edizione del Giffoni Festival, che si conclude dando appuntamento al 2020, anno del 50ennale, ma non si ferma la voglia di stare insieme e di premiare, dopo giorni intensi tra proiezioni e dibattiti, i sei lungometraggi vincitori del Gryphon Award 2019. Una selezione che ha messo a confronto oltre 100 opere in concorso, tra lungometraggi, cortometraggi e documentari, scelti tra 4100 produzioni (provenienti da tutta Europa ma anche da Giappone, Corea del Sud, Iran, Canada e Stati Uniti) ricevute in preselezione. E’ il coraggio di “Rocca changes the world” di Katja Benrath (Germania, 2019), distribuzione internazionale Beta Cinema, ad aver stregato gli Elements +6. Rocca vive da sola in una grande casa: impavida e piena di curiosita’, trova in Caspar un amico insolito che si rivelera’ il prepotente della classe, ma la cosa piu’ importante per la bambina e’ conquistare il cuore di sua nonna. Non hanno avuto dubbi sulla decisione del vincitore gli Elements +10 la cui scelta e’ ricaduta su “Teacher” di Siddharth Malhotra (India, 2018), distribuzione internazionale Yash Raj Films. Nell’opera si incontra Naina Mathur, un’aspirante insegnante affetta dalla sindrome di Tourette.
Dopo diversi colloqui e numerosi rifiuti, ottiene il lavoro dei suoi sogni come insegnante a tempo pieno in una delle scuole piu’ esclusive della citta’. Tuttavia, comprende presto che all’interno della sua classe ci sono studenti che le daranno problemi. I Generator +13, invece, hanno incoronato “Blinded by the light” by Gurinder Chadha (UK/Regno Unito). Una storia di coraggio, amore, speranza e famiglia, intrisa della capacita’ che ha la musica di sollevare lo spirito umano. La regista e’ nota al pubblico per Sognando Beckham. Il lungometraggio, nelle sale italiane a partire dal 29 agosto distribuito in Italia da Warner Bros. Pictures, racconta di Javed, un adolescente britannico di origine pakistana, che vive nella citta’ di Luton, in Inghilterra, nel 1987. Nel tumultuoso clima razziale ed economico dell’epoca, Javed scrive poesie per sfuggire all’intolleranza della citta’ natale e all’inflessibilita’ del padre tradizionalista ma, quando un compagno di classe lo introduce alla musica di Bruce Springsteen, il ragazzo trova nei potenti testi del cantautore dei parallelismi con la sua vita e comincia a trovare il coraggio di esprimersi con la sua voce.
A prediligere “Giant little ones” di Keith Behrman (Canada, 2018), distribuzione internazionale Mongrel International, invece, sono stati i Generator +16. Franky Winter e Ballas Kohl sono amici fin dall’infanzia. Rappresentano l’e’lite del liceo: belli, star della squadra di nuoto e popolari con le ragazze, vivono una perfetta vita da adolescenti, fino alla memorabile festa del diciassettesimo compleanno di Franky, quando entrambi vengono coinvolti in un incidente che cambiera’ le loro vite per sempre. A meta’ tra immaginazione e realta’ l’opera scelta dai Generator +18, “The place of no words” di Mark Webber (USA, 2019), distribuzione internazionale Wide Awake Cinema. Protagonista e’ Bodhi Palmer e la sua famiglia. Al centro del film il modo in cui affrontiamo la morte e l’amore, le risate e il dolore, raccontato attraverso gli occhi di un padre e di suo figlio. Il vincitore per la sezione Gex Doc, totalmente dedicata ai documentari, e’ “In the name of your daughter” di Giselle Portenier (Canada/Tanzania/Regno Unito, 2018), distribuzione internazionale DR TV. Rosie Makore e’ scappata dalla sua casa nel nord della Tanzania per salvarsi dall’infibulazione e dal matrimonio che i genitori hanno pianificato per lei. Ad aiutarla e’ Rhobi Samwelly, una delle donne piu’ carismatiche d’Africa, che accoglie ragazze di ogni religione in una casa rifugio e gira per le campagne per combattere questa tradizione millenaria.
Articolo pubblicato il giorno 27 Luglio 2019 - 14:28