“Chi entra in questa casa è un pentito” è la scritta comparsa sull’immobile di un collaboratore di giustizia già affiliato al clan Zagaria il 10 ottobre 2018, a San Cipriano d’Aversa, dove, sul portone di ingresso. Un messaggio ‘indicativo’ contro i collaboratori di giustizia scrivono ancora gli investigatori nella rapporto del secondo semestre della Dia sulla situazione criminalità organizzata nel casertano. L’immobile, disabitato, nel 2013 è stato sequestrato in esecuzione di un decreto della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. ‘Finora le inchieste giudiziarie, lo stato detenzione di quasi tutti i fondatori e di numerosi affiliati storici, la collaborazione con la giustizia di esponenti di spicco non sembrano avere comunque inciso radicalmente sui precedenti assetti, come invece accaduto in alcune aree napoletane’ , si aggiunge nel bilancio della Dia. “Molti esponenti di rilievo – spiegano – anche se ristretti in carcere, controllano le zone di influenza, impartendo ordini all’esterno, mentre capi, gregari e fiancheggiatori dell’organizzazione detenuti continuano ad usufruire dei benefici di appartenenza al sodalizio, come l’assistenza economica in carcere, le spese di giustizia e il sostentamento della famiglia”.
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