Castellammare. E’ partito questa mattina il processo ordinario per gli imputati nell’ambito dell’operazione “Olimpo” che hanno scelto di essere giudicai con rito ordinario, Adolfo Greco, Carolei Michele, Carolei Raffaele, Cuomo Umberto, Di Martino Luigi, Di Somma Attilio. La prima udienza è iniziata alle 11.31 alla presenza anche del pm titolare delle indagini Cimmarotta. Tra gli spettatori in aula la moglie di Adolfo Greco, il figlio Luigi ed alcuni parenti. All’udienza hanno partecipato anche gli imputati nel processo attraverso videoconferenza, ad eccezione di Carolei Raffaele e Cuomo Umberto che erano presenti in aula. Molto provato per la carcerazione preventiva, dal carcere di Secondigliano nel quale è rinchiuso da circa 7 mesi, Greco ha assistito alla costituzione di parte civile del comune di Castellammare di Stabia guidato dal sindaco Gaetano Cimmino che ha sostenuto in campagna elettorale poco più di un anno fa e dell’Associazione SOS Impresa. Nonostante le obiezioni degli avvocati difensori il collegio giudicate presieduto da Sena, giudici a latere Sabatino e Marano, ha accolto la richiesta come quella presentata dagli avvocati di Greco Adolfo, Maiello e Stravino, di costituzione di parte civile contro i clan che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato. Una scelta, commenta la difesa dell’imprenditore, perché riteniamo che “Adolfo Greco è una vittima. Un atto, quella della costituzione civile, in cui siamo soli visto che al nostro fianco non ci sono il Comune di Castellammare di Stabia né altre Associazioni”. Le parti saranno chiamate in aula la prossima settimana, il tribunale ha calendarizzato udienze fino al prossimo novembre. Al termine dell’udienza è arrivato anche il commento del sindaco Cimmino che ha parlato di “tutela dell’immagine della città, perché il clima di ombre e di sospetti che fino a qualche tempo fa aleggiava su Castellammare va definitivamente dissipato. Noi – ha detto il Sindaco – chiediamo verità e giustizia e trasparenza. Lo Stato c’è, in tutte le sue forme. Noi stiamo liberando Palazzo Farnese dal degrado politico e burocratico che affliggeva l’Ente, denunciando in Procura e pubblicamente tutto ciò che non va, agendo sul territorio per mandare un chiaro messaggio: il registro è cambiato e nessun imprenditore colluso, poco attento o abusivo ci fermerà. Chi c’era prima di noi, nel migliore dei casi, ha lasciato correre. Sulla pelle dei cittadini stabiesi. Buon lavoro a giudici, magistrati e forze dell’ordine: grazie per tutto ciò che fanno ogni giorno per la nostra città”.
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