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Camorra, i conflitti nei comuni a Nord di Napoli nella relazione della Dia

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Emergono delle conferme e delle novità nel quadro tracciato dalla Direzione investigativa Antimafia nella relazione semestrale inviata al Parlamento la scorsa settimana per quel che che riguarda i clan della camorra nei comuni a Nord di napoli e nell’Area Flegrea. La provincia di Napoli è connotata dalla presenza di sodalizi molto radicati sul territorio. Queste aggregazioni camorristiche, spesso soggette a stravolgimenti delle strutture organizzative, conseguenti all’arresto dei vertici e a tensioni interne, hanno finora dimostrato una notevole capacità di rinnovamento.
Napoli Provincia occidentale
Pozzuoli, Quarto, Bacoli, Fusaro, Monte di Procida, Miseno, Isole
Nel comuni di Pozzuoli e Quarto si è registrato un tentativo di riorganizzare il locale sodalizio BENEDUCE-LONGOBARDI promosso da alcuni affiliati. L’ipotesi ha trovato conferma in un’operazione dei Carabinieri del 26 dicembre 2018, quando sono stati arrestati, per estorsione aggravata in danno di diversi commercianti puteolani, cinque pregiudicati, tra i quali uno storico fedelissimo del capo del gruppo LONGOBARDI. A Bacoli e Monte di Procida permane la presenza del clan PARIANTE.
Napoli Provincia Settentrionale
Acerra, Afragola, Arzano, Caivano, Cardito, Casalnuovo, Casandrino, Casavatore, Casoria, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Giugliano in Campania, Grumo Nevano, Marano di Napoli, Melito, Mugnano di Napoli, Qualiano, Sant’Antimo, Villaricca, Volla.
Nell’area non si evidenziano situazioni conflittuali tra i numerosi sodalizi presenti. Ad Acerra operano i gruppi DI BUONO, GRANATA e aVVENTURATO, dediti prevalentemente alle estorsioni e allo spaccio di sostanze stupefacenti, cui si aggiungono altri clan minori. Il 28 novembre 2018 è stato arrestato un affiliato al gruppo AVVENTURATO, per conto del quale sovrintendeva allo spaccio di stupefacenti e alle estorsioni.
A Marano e Mugnano di Napoli è presente il sodalizio AMATO-PAGANO, che continua a mantenere il monopolio del traffico di stupefacenti ed il controllo militare del territorio attraverso l’attività estorsiva, nonostante i fondatori del gruppo siano detenuti e sottoposti al regime di cui all’art. 41 bis. Il gruppo estende la sua influenza anche a Melito di Napoli, in parte del comune di Casavatore, su alcune piazze di spaccio di Scampia e di Arzano, tramite il gruppo cd. “quelli della 167 di Arzano”. Il capo di quest’ultimo gruppo, latitante, starebbe estendendo il traffico e lo spaccio di stupefacenti anche verso Caivano. Nel comune di Casavatore è operativo il gruppo FERONE. Attenuatasi l’influenza della famiglia MOCCIA di Afragola, oltre ai FERONE, si registra la presenza di frange dei sodalizi VANELLA-GRASSI e AMATO-PAGANO.
A Marano operano i collegati gruppi NUVOLETTA, POLVERINO e ORLANDO, i cd. Carrisi (dal nome della zona di Marano dove hanno la loro roccaforte), presenti anche a Quarto. Gli ORLANDO sono operativi anche a Qualiano e a Calvizzano, comune sciolto per infiltrazioni mafiose il 20 aprile 2018. Sempre a Calvizzano, con decreto della Prefettura di Napoli del novembre 2018 è stata interdetta dall’esercizio dell’attività una ditta di onoranze funebri, riferibile al sodalizio POLVERINO – NUVOLETTA. L’operazione “Monteregio”, del mese di ottobre, ha invece evidenziato le infiltrazioni della famiglia ORLANDO in Toscana, nella provincia di Grosseto. Proprio nella città Toscana, l’8 novembre, è stato arrestato il fratello del capo del gruppo ORLANDO, fino ad allora mai colpito da provvedimenti giudiziari e, proprio per questo, utilizzato dai membri della famiglia per il reinvestimento dei proventi illeciti. L’ordinanza ha evidenziato l’impiego di capitali del clan nel comune di Roccastrada (GR), dove nel 2005 si era trasferito, con il suo nucleo familiare, il cognato dell’arrestato. Il successivo 27 novembre, a Mugnano, è stato arrestato proprio il capo del clan ORLANDO che, anche da latitante, aveva continuato a gestire gli interessi criminali del gruppo. Un altro sodalizio che per decenni ha dominato la scena criminale locale è il più volte citato clan MOCCIA, che dal comune di origine, Afragola, ha imposto il proprio potere su una parte estesa della provincia, dando vita ad una federazione di gruppi, sue articolazioni ma dotati di autonomia operativa nei territori di rispettiva competenza.Le indagini giudiziarie che hanno colpito il clan nel 2018, tra le quali l’operazione “Leviathan” della DIA di Napoli- con il conseguente arresto, nel mese di gennaio, di alcuni dei suoi massimi esponenti – hanno inciso sull’organigramma del sodalizio e dato linfa alla crescente aspirazione di soggetti di secondo piano, di acquisire una posizione di maggior rilievo. Il conseguente clima di fibrillazione che ne è derivato trova conferma in una serie di attentati, verificatisi nel mese di dicembre ad Afragola, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, che hanno danneggiato diversi esercizi commerciali, in cui sono risultati coinvolti affiliati alla famiglia MOCCIA. Si tratta di episodi indicativi della volontà di controllare il territorio, attraverso l’imposizione del pizzo ai gestori di attività commerciali. Le estorsioni rappresentano, peraltro, una voce non trascurabile nel “bilancio” dell’associazione e i proventi che ne derivavano sono reinvestiti in traffici di droga e armi, vengono utilizzati per elargire lo stipendio agli affiliati liberi e per sostenere i familiari di quelli detenuti.
I Comuni compresi nella sfera di influenza della famiglia MOCCIA sono Caivano506, Casoria, Cardito, Carditello, Frattamaggiore, Frattaminore, Crispano, ma il clan ha proiezioni anche in altre regioni, prima fra tutte il Lazio. Tra i comuni citati, Caivano è stato spesso al centro di indagini, soprattutto per reati in materia di stupefacenti, includendo nel suo territorio l’area denominata “Parco Verde”, una delle principali centrali di spaccio di stupefacenti campani. Qui convivono, sotto l’egida del clan CICCARELLI, diverse famiglie criminali. Una di queste, capeggiata da una donna e dal figlio, è stata oggetto di un’indagine per traffico di stupefacenti che ha condotto all’emissione di 9 provvedimenti di custodia cautelare in carcere. Tra i destinatari della misura figura un elemento di spicco del gruppo CICCARELLI: alcuni suoi familiari sono stati destinatari, quali prestanome del loro congiunto, di un decreto di sequestro preventivo, eseguito il 30 ottobre dai Carabinieri, che ha riguardato quattro appartamenti, di cui tre ubicati a Mondragone (CE) e uno a Crispano.mica allo scioglimento è “…stigmatizzata la continuità che ha caratterizzato la conduzione dell’ente negli ultimi anni, atteso che ben sette membri della compagine di governo eletta nel 2015, tra cui il primo cittadino, hanno fatto parte della precedente consiliatura…”. Proprio della precedente consiliatura (2010/2014) aveva fatto parte anche un consigliere comunale arrestato, con altre due persone, dai Carabinieri, il 14 settembre, per il reato di usura. Infine, Caivano, al pari di diversi comuni dell’area in argomento, fa parte di quel comprensorio noto come “Terra dei Fuochi”, inserito tra i siti di interesse nazionale da dover bonificare per lo sversamento di rifiuti tossici. Una condotta deprecabile
caratterizzata dalla connivenza tra criminalità organizzata e imprenditori. Nel mese di settembre, i Carabinieri del NOE, hanno denunciato il rappresentante legale di una società, con sede
operativa a Caivano, operante nel campo dei rifiuti, tra cui toner, farmaci, filtri olio, vernici, carboni attivi, gomme ed imballaggi misti, stoccati illecitamente, in grandi quantità, in aree non autorizzate.
Molto frastagliata è la geografia criminale dei Comuni di Sant’Antimo, Casandrino e Grumo Nevano dove operano i clan VERDE, RANUCCI – PETITO – BOTTONE, PUCA, D’AGOSTINO – SILVESTRE; MARRAZZO e AVERSANO (gli ultimi due quasi dissolti a causa della scelta collaborativa degli elementi apicali), dediti prevalentemente alle estorsioni ed allo spaccio di stupefacenti. Lo stato di detenzione dei vertici dei citati sodalizi ha dato spazio a figure di secondo piano che, tuttavia, mantengono il controllo del territorio anche attraverso un’intensa attività estorsiva. Come già descritto nella precedente Relazione, un’indagine condotta dalla Guardia di finanza, conclusa nel mese di giugno 2018, aveva evidenziato alcuni episodi di corruzione di componenti dell’amministrazione comunale di Grumo Nevano, legati all’affidamento dei servizi di igiene urbana e gestione integrata dei rifiuti solidi urbani. Le indagini avevano portato all’arresto di diversi funzionari pubblici. A Giugliano in Campania si conferma la presenza del clan MALLARDO Il 19 settembre 2018, a conclusione di un processo celebrato con il rito abbreviato, il GIP del Tribunale di Napoli ha emesso sentenza di condanna per associazione di stampo camorristico e altro, nei confronti di 12 imputati legati alla famiglia DI BIASE (attiva nelle zone delle c.d. “Palazzine” di Giugliano) tra i quali figurano i promotori della scissione dal clan MALLARDO. Il provvedimento giudiziale segna, infatti, la dissoluzione del gruppo che aveva tentato di rendersi autonomo nella gestione delle attività illecite – in particolare nello spaccio di stupefacenti – dai MALLARDO, provocandone la reazione. Il clan MALLARDO ha proiezioni economiche e criminali in diverse regioni tra le quali il Lazio e la Toscana. Al riguardo, la sentenza emessa dal Tribunale di Napoli il 20 novembre 2018 ha condannato, a 14 anni di reclusione, il cognato del capo clan per associazione mafiosa, riciclaggio e intestazione fittizia di società, confermando
le proiezioni del sodalizio in Toscana. Era stato infiltrato soprattutto il Valdarno, dove il gruppo avrebbe
riciclato il denaro illecitamente accumulato investendolo, tra l’altro, nella costruzione di fabbricati residenziali a Loro Ciuffenna (AR), a Montevarchi(AR) e a Reggello (FI), tramite due società con sede a Incisa e Figline Valdarno, in provincia di Firenze. Il clan deve la sua forza anche ai buoni rapporti con i gruppi operanti a Villaricca (famiglie FERRARA-CACCIAPUOTI, imparentate tra loro), con i clan NUVOLETTA – POLVERINO di Marano e BIDOGNETTI del casertano. Il sodalizio è presente anche a Qualiano, tramite suoi referenti, dove operano anche i gruppi D’ALTERIO-PIANESE e DE ROSA. Ha, infine, basi operative e logistiche a Napoli, in ragione di rapporti di alleanza e legami familiari con i clan CONTINI e BOSTI. A Casalnuovo di Napoli e Volla sono presenti i clan REA-VENERUSO e PISCOPO-GALLUCCI, con interessi nelle estorsioni e nel traffico di stupefacenti.


Articolo pubblicato il giorno 22 Luglio 2019 - 10:17

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