Arzano – Ennesima bufera giudiziaria sul comando della municipale del comune di Arzano, rinvio a giudizio per due agenti. Trasferimento ad altre mansioni dei vigili coinvolti. L’inchiesta, portata avanti dal Pm Giovanni Corona, pare sia orientata anche alla valutazione dei provvedimenti adottati dal dirigente di settore e dall’amministrazione commissariale insediatosi dopo lo scioglimento per camorra proprio per ripristinare regola e legalità. Una nuova tegola che sconvolge il comando della Polizia locale decimato da arresti e inchieste. L’epilogo dopo che furono notificate dalla Polizia di Stato due ordinanze d’interdizione dai pubblici uffici. Il reato ipotizzato è peculato in concorso aggravato. Tutto avrebbe avuto inizio nell’agosto del 2017 quando, la polizia, su delega della Procura di Napoli Nord, avviava una serie di accertamenti a carico degli agenti della Polizia municipale. Le indagini sui due caschi bianchi E.I. e V.D.A., sarebbero partite a seguito di una denuncia presentata da un cittadino che avrebbe denunciato direttamente in Procura della sottrazione di un ciclomotore preso a noleggio. Secondo l’ipotesi accusatoria, i due dopo essere intervenuti sul posto allertati da alcuni passanti, avrebbero fatto rimuovere il motociclo avvalendosi di una ditta di rimozione carcasse. Ma purtroppo, nulla sarebbe stato trovato agli atti a discolpa dei due. Le indagini successive, avrebbero portato prima il PM, e successivamente il GIP Daniele Grunieri che aveva limitato la misura inizialmente cautelare alla sola interdizione dai pubblici uffici per mesi sei. Ovviamente, aldilà della gravità delle accuse, per il momento parliamo d’ipotesi accusatorie e quindi sono entrambi da dichiararsi innocenti fino ad un possibile condanna definitiva anche se la legge, alla luce del reato commesso, prevede il trasferimento ad un ufficio diverso da quello in cui prestava servizio al momento del fatto. E, qualora in ragione della qualifica rivestita, ovvero per obiettivi motivi organizzativi, non sia possibile attuare il trasferimento di ufficio, il dipendente è posto in posizione di aspettativa o di disponibilità con l’applicazione della massima sanzione in caso di condanna.
G.D.N.
Articolo pubblicato il giorno 19 Luglio 2019 - 21:04