Pimonte. Mercoledì prossimo alle ore 18.30, nella sala convegni del Museo Multimediale dei Monti Lattari, si analizzerà la giornata del ricordo: il 4 marzo 1944. Giornata della tragedia del treno 8107, la cosiddetta tragedia di Balvano, piccolo centro della Basilicata dove, nella notte tra il 3 ed il 4 marzo, persero la vita circa 600 persone tra le quali anche 8 pimontesi. Sul treno merci 8107 che trasportava materiale di ricostruzione da Napoli a Potenza salirono circa 600 viaggiatori che, stremati dalla guerra, speravano di trovare derrate alimentari da riportare nei paesi di provenienza. Purtroppo la sorte li attendeva nella “galleria delle Armi”, tra le stazioni d Balvano e Bella-Muro Lucano: il treno, dato l’eccessivo peso e la pendenza della tratta si fermo all’inizio della strettisima galleria delle Armi, dove morirono circa 600 persone per asfissia dovuta ai gas di scarico delle locomotive a vapore. In occasione delle giornate della cultura dedicate ai comuni della Basilicata, il 27 luglio ci sarà un viaggio con un treno storico da Napoli a Balvano, appunto, dove verrà anche scoperta una targa commemorativa della tragedia. Giornata dl ricordo delle vittime quindi dove sarà anche ufficializzata la collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura di Pimonte ed il Laboratorio di Antropologia Culturale “Annabella Rossi” del Dispac dell’Unversità di Salerno. Nella sala conferenze del Museo Multimediale dei Monti Lattari, l’ Assessore alla Cultura di Pimonte ufficializzerà il progetto di formazione dei giovani del territorio che avranno il compito di studiare e catalogare scientificamente il patrimonio demoetnoantropologico di tutta l’area dei Monti Lattari. «Il progetto ha una doppia finalità – dichiara l’Assessore alla Cultura Lucia Somma- Raccogliere informazioni antropologiche del nostro teritorio utili alla ricerca e fornire una raccolta di ampia valenza storica al neonato Museo Multimediale dei Monti Lattari». Il nascente progetto, al momento, è in fase sperimentale ed i neo ricercatori lavoreranno su base volontaria, ma si va ad inserire in un progetto di più ampio respiro che vedrà la firma di una convenzione con l’Università di Salerno per rendere a tutti gli effetti il polo pimontese una scuola di ricerca antropologica riconosciuta
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