Cinquant’anni dopo il primo ‘salto’ di 393.309 chilometri fino alla Luna, sono in tanti a coltivare il sogno di tornare sul pianeta satellite. A distanza di oltre mezzo secolo dal discorso al Congresso degli Stati Uniti del presidente Kennedy che dava il via alla corsa verso la Luna, in rivalita’ aperta con l’Unione Sovietica, la storia sembra ripetersi, ma nella nuova epopea lunare cambiano (in parte) i protagonisti, ma soprattutto le strategie da loro attuate. Ancora una volta sono contrapposte due super potenze, ma a scontrarsi per il dominio dello spazio saranno direttamente Usa e Cina, anche se altri Paesi puntano alla Luna, tra i quali Israele e Giappone, accanto a privati, a cominciare dal CEO di Amazon Jeff Bezos e l’amministratore delegato di SpaceX, il sudafricano Elon Musk. Alla vigilia del 50mo anniversario della storica impresa dell’Apollo 11, lo scorso dicembre la sonda cinese Chang’e-4 ha effettuato il primo atterraggio morbido sul lato piu’ lontano della Luna. Si e’ trattato di un’impresa mai tentata prima, un successo importante per la Cina che non ha mai nascosto l’obiettivo di far atterrare i propri astronauti, i cosiddetti “taikonauti”, sulla superficie lunare. La Cina, l’ultima arrivata sulla superficie lunare, e’ allunata con la terza missione, dopo due sonde che hanno fatto “solo” l’inserimento in orbita lunare. Poche settimane dopo, sfidando Pechino, la Nasa ha annunciato che astronauti americani potrebbero tornare sulla Luna tra meno di dieci anni, con il programma battezzato “Moon 2024”. E dopo Apollo sara’ la volta di Artemide: lo scorso maggio l’amministratore della Nasa, Jim Bridenstine, ha annunciato che il nuovo programma lunare dell’ente spaziale americano prendera’ spunto ancora una volta dalla mitologia greca. Nell’antica Grecia, Apollo e Artemide erano i gemelli di Zeus ed appare abbastanza naturale che le missioni lunari siano destinate a passare da Apollo, dio del Sole, alla sua gemella Artemide che, anche per questo, era considerata la divinita’ della Luna. Artemide era anche la dea della caccia, la stessa che gli antichi Romani veneravano come “Diana”. In quest’ultima veste, aveva come sua compagna di caccia Orione, proprio come il nome della capsula su cui viaggeranno gli equipaggi diretti verso la Luna. Oltre all’indiscutibile suggestione mitologica, si tratta anche di un riconoscimento per il ruolo svolto dalle donne che, escluse mezzo secolo fa quando gli astronauti erano solo militari, sono oggi protagoniste delle imprese spaziali e saranno parte integrante degli equipaggi che rimetteranno piede sulla Luna. Una donna, su Artemide, potrebbe sbarcare dunque per la prima volta sulla Luna e, con la stessa missione, gli americai potrebbero creare una stazione spaziale che faccia da ‘trampolino’ di lancio verso Marte. A riprova dell’intenzione di accelerare il programma lunare e di mirare a nuovi obiettivi – in primis la corsa verso Marte – il presidente Donald Trump ha aggiunto 1,5 miliardi di dollari al bilancio dell’anno fiscale 2020: un aumento di risorse che la Nasa dovrebbe destinare alla realizzazione del lanciatore del potente razzo Space Launch System o SLS e della capsula Orion, in ritardo rispetto alla tabella di marcia, e a far partire lo sviluppo di un veicolo per traghettare gli astronauti dal Lunar Gateway alla superficie della Luna. Non meno importante sara’ anche la realizzazione di sistemi robotici per l’esplorazione “in situ” delle regioni polari dove sono previsti i primi sbarchi degli astronauti.
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