Sara’ con ogni probabilita’ lunedi’ il giorno dell’addio alla Roma dopo 30 anni di Francesco Totti. Manca l’ufficialita’ ma le tensioni iniziate un mese fa con l’uscita di Daniele De Rossi, acuitesi negli ultimi giorni e la decisione di convocare una conferenza stampa che dovrebbe tenersi alla sede del Coni e non in quella della societa’, portano a considerare presa la decisione del ‘divorzio’. Il motivo della scelta e’ legato al ruolo dell’ex capitano che in questi anni di dirigenza e’ apparso piu’ un simbolo, una figurina da mostrare che un manager operativo (e le parole di addio di De Rossi sono state particolarmente dure: “Francesco non conta nulla e io non voglio fare la sua fine”, ha detto in sostanza Ddr). A Totti con ogni probabilita’ non e’ mai piaciuto essere tenuto ai margini delle decisioni, tra cui le scelte di Paulo Fonseca e quella non ancora ufficializzata di Gianluca Petrachi. Inoltre ieri il presidente James Pallotta ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali del club giallorosso in cui, riconoscendogli pubblicamente meriti e capacita’ uniche, ha pero’ fatto riferimento a Franco Baldini (“quando sono andato a cena con alcuni membri del mio staff a Londra domenica sera, Franco ha ripetuto nuovamente quanto Francesco sia abile nel giudicare un talento – ha detto Pallotta – Guido (Fienga, ad della As Roma, ndr), Franco e io siamo stati allineati al 100% su quanto riteniamo che Francesco sia importante per la Roma”). La fiducia che il patron giallorosso ripone nel ‘nemico’ storico di Totti, l’uomo che l’ex capitano ritiene il primo responsabile del suo obbligato ritiro dal Calcio, e’ probabilmente la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Articolo pubblicato il giorno 15 Giugno 2019 - 17:51