Napoli, cadavere di un pony ritrovato tra i rifiuti nelle discariche sotto al Ponte Fiat nella zona industriale. Il video
Ancora viva è l’eco dell’eclatante evasione messa in atto da due detenuti albanesi evasi, l’altro giorno, dalla Casa di Reclusione di Carinola e ad oggi ancora fuggiaschi che dobbiamo registrare altro tentativo di evasione. Questa volta, nella giornata di ieri, in tarda mattinata un detenuto di origine nordafricane generalizzato francese, con posizione giuridica di giudicabile per reati comuni, lesioni gravi ed oltraggio alle forze dell’ordine, ha cercato di evadere dall’Istituto penitenziario di Santa Maria Capua Vetere ma lo stesso è stato scoperto e bloccato dagli uomini della Polizia Penitenziaria in servizio di Pattuglia automontata nell’Istituto Sammaritano. Il detenuto ha scavalcato il muro che delimita i cortili “passeggi” e si è diretto verso il muro di cinta ove si trovava anche un camion che scaricava materiale. Il fuggiasco è stato intercettato e contrariato perché ha visto fallire il proprio piano di fuga, ha opposto resistenza ed ha aggredito i poliziotti che con non poche difficoltà sono riusciti ad immobilizzarlo e ricondurlo in cella.
Il SAPPE esprime il proprio “compiacimento ai colleghi che con spiccato senso del dovere e di professionalità sono rusciti nell’immediato ad impedire il tentativo di evasione. I due colleghi hanno fatto riscorso a fine operazione alle cure dei Sanitari del Presidio interno ove sono stati refertati per le contusioni riportate a seguito dell’aggressione”.
Il SAPPE, inoltre, nell’occasione “chiede che siano attivate le richieste delle previste ricompense per il lodevole servizio compiuto. Gli eventi critici negli Istituti della Regione aumentano quotidianamente, la popolazione detenuta è ormai ad 8000 presenze con un evidente sovraffollamento di oltre 1500 unità detenute, basti osservare che i soli Istituti di Poggioreale, Secondigliano e Santa Maria Capua Vetere ospitano rispettivamente 2400, 1350 e oltre 1000 detenuti mentre le unità di Polizia Penitenziaria in Regione dalle 4700 sono ormai al di sotto delle 4000 unità. Il SAPPE da tempo denuncia l’invivibilità nelle Strutture penitenziarie sia per quanto riguarda la popolazione detenuta che gli operatori tutti, con forza ribadisce che è arrivato il momento che le Autorità competenti, sia esse Politiche, Amministrative e Giudiziarie si facciano carico delle soluzioni alle problematiche e criticità di un Sistema penitenziario regionale che al momento non garantisce più la legalità pretesa dagli Ordinamenti e dalla stessa Costituzione”.
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