Arrestati in flagranza di reato mentre tentano di corrompere un funzionario delle Dogane in merito alla fittizia esportazione di beni, tabacchi ed alcolici, per la successiva rivendita in nero sul mercato estero. Il compenso complessivo promesso sarebbe stato di 5 milioni di euro. Si tratta di un imprenditore 58enne – C.L. – originario di Napoli e di un suo intermediario, il 47enne E.C., accusati di istigazione alla corruzione. Gli arresti sono stati fatti ieri sera da agenti della 9^ Sezione “Anticorruzione” della Squadra Mobile di Roma, con il coordinamento del procuratore aggiunto Paolo Ielo, presso un noto ristorante dove si sono dati appuntamento il funzionario delle Dogane, l’imprenditore ed il suo intermediario , al fine di discutere i dettagli dell’operazione fraudolenta. Il 58enne avvicinando in più occasioni il funzionario doganale e qualificandosi come emissario di un importante imprenditore attivo nel settore dell’import/export di sostanze alcoliche, gli ha proposto l’affare promettendo laute ricompense. Il funzionario doganale ha pero’ denunciato tutto alla Polizia e l’attività investigativa ha consentito l’avvio dei primi accertamenti, che hanno evidenziato la portata della proposta corruttiva, espressione di una ben studiata e collaudata modalità d’azione e di un sistema illecito di frode sulle accise strutturato e molto redditizio, con conseguente ingente danno all’Erario. E’ stato pertanto predisposto un mirato servizio di osservazione, supportato da attività tecnica, video riprendendo e monitorando in loco la cena nel corso della quale si e’ consumata l’istigazione alla corruzione. Dopo un’accurata descrizione delle operazioni doganali transnazionali per le quali il funzionario pubblico avrebbe dovuto incidere compiendo una pluralità di atti contrari ai doveri d’ufficio, l’imprenditore ha quindi delineato le modalità di remunerazione del funzionario doganale, per un compenso complessivo di 5 milioni di euro. Perfezionata l’istigazione, è stato dato il via all’operazione e il personale di polizia presente sul posto e’ immediatamente intervenuto, traendo in arresto i due. L’attività è proseguita con l’esecuzione di perquisizioni personali e locali nei confronti dei due arrestati, le quali hanno dato esito positivo consentendo di sequestrare telefoni cellulari e schede telefoniche dedicate alle operazioni doganali illecite a loro non direttamente riconducibili e che, tra l’altro, avrebbero dovuto essere consegnare anche al funzionario pubblico
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