Taglieggiava gli imprenditori minacciandoli di morte con un caimano, confermata la condanna in Cassazione a 13 anni e 8 mesi per Antonio Cristofaro. Respinti i ricorsi per il clan Caterino di Cesa confermate le condanne di secondo grado. Ritorna in Appello solo la posizione di Michele Ferriero per un errore nell’applicazione della continuazione della pena e annullamento con rinvio anche per i fratelli Nicola e Salvatore Pota per i quali il pm aveva fatto ricorso dopo l’assoluzione in Appello. Una potente frangia del gruppo dei Casalesi, i Caterino-Ferriero, oltre ad essere accusati di estorsione con il metodo mafioso sono stati indagati anche del tentato omicidio di Vincenzo Esposito, i cui fatti sono stati contestati solo ai fratelli Nicola e Salvatore Pota (per i quali ora si attende il verdetto di ritorno dalla Cassazione). Confermata dalla Cassazione la pena in Cassazione invece per il boss capoclan Nicola Caterino alias ‘o’ cecato’, condannato a 12 anni; 7 anni e 4 mesi e 7 anni sono state le pene definitive per i figli del boss, Amedeo Caterino e Pietropaolo Caterino. Antonio Cristofaro, esponente di spicco del gruppo era noto come ‘Tonino il caimano’ proprio per le minacce rivolte agli imprenditori con il grosso rettile.
Articolo pubblicato il giorno 18 Giugno 2019 - 21:29