Scafati. Due medici dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore saranno processati per il decesso del 37enne di Scafati, Raffaele Granata, morto il 12 marzo 2016. Sono accusati di omicidio colposo. Il gup ha rinviato entrambi a giudizio: avrebbero sbagliato diagnosi, durante la fase assistenziale dell’uomo, figlio di un ex consigliere comunale. Una fase che durò quasi quattro ore, durante la quale l’uomo passò dal pronto soccorso alla shock room, senza mai migliorare
Quel giorno, “Lello” arrivò in pronto soccorso alle 12.30 circa. In codice giallo, gli fu prelevato del sangue per delle analisi. Dopo circa due ore, fu trasferito nella sala ecografie e alle 15.50, gli fu somministrata una seconda flebo. L’uomo soffriva di una cirrosi in stato avanzato. Le sue condizioni peggiorarono, fino a quando alle 16.15, trasferito nella shock room per un edema polmonare acuto, fu colto da un arresto cardiaco. Il decesso fu accertato alle 16.50 circa. Secondo la procura, i due medici che lo ebbero in cura avrebbero omesso di diagnosticare un’insufficienza renale acuta, dovuta all’abuso di antinfiammatori, con ritenzione idrica. Per via di quella forma di cirrosi, tra l’altro, si sarebbe dovuto praticare un trattamento ’emodialitico extracorporeo’ per ridurre la ritenzione idrica e poi superare la fase acuta.
Gustavo Gentile
Articolo pubblicato il giorno 4 Giugno 2019 - 07:27