Pompei. Questo articolo sarà dedicato a un aggiornamento sul Progetto EAV, ma anche ai connessi problemi dell’inquinamento urbano del Centro Città di Pompei, dove rimane acceso il confronto tra vari soggetti su tale Progetto. Un dibattito acceso senza molto costrutto in verità. Esso non accenna a spegnersi tra l’Amministrazione in carica, a guida Amitrano, il Consorzio Ferroviario Vesuviano, già EAV, ex Circumvesuviana insomma, e un Comitato cittadino autodefinitosi “NO sottopassi”. Quest’ultimo riunisce più anime protestatarie e ama sostenere di rappresentare circa tremila cittadini, ma più probabilmente ne rappresenta formalmente più o meno circa trecento, sempre comunque una cifra rispettabile. L’argomento della contesa a più voci, quasi un’orchestra, è il cosiddetto Progetto EAV, che prevede in pratica di sottopassare carrabilmente la linea ferrata con una serie di sottopassaggi carrabili e pedonali. Ad esso si oppone il Comitato con un NO secco, senza mediazione, proponendo l’interramento, ma anche la trincea profonda e pure i passaggi a raso al posto di tutti i quattro passaggi a livello da sopprimere. Praticamente tutto l’opposto del Progetto EAV. L’Amministrazione comunale Amitrano invece è per il Nì, quasi Sì, però… con il passaggio a raso garantito nell’unico importante passaggio a livello in pieno centro urbano, quello della Via Nolana. La stessa EAV intanto si è detta disposta a rivedere il progetto, eliminando qualche sottopasso pedonale di troppo e/o troppo lungo. Insomma è una situazione fluida, per dirla in politichese.
Intanto la Conferenza dei Servizi si è aggiornata a data da destinarsi. Insomma … sine die, per dirla invece con chiarezza. Una incertezza che si gioca sulla pelle dei circa venticinquemila cittadini pompeiani, che rappresentano la maggioranza silenziosa. Dobbiamo concludere che aveva ragione Gandhi quando affermava che gli faceva paura più una maggioranza silenziosa che una minoranza urlante? Forse Sì. Un fatto però è noto a tutti: ogni pomeriggio e fino a sera – più o meno dalle Sedici alle Venti, dalla Scafati fino alla Piazza del Santuario e viceversa – centinaia di auto si mettono in colonna per dirigersi all’area vesuviana attraverso la via Nolana, rimasto da millenni l’unica direttrice che porti da Pompei verso il Vesuviano e il Nolano e, quindi, anche verso Caserta e Roma. Di conseguenza, si blocca a croce uncinata il traffico urbano e interurbano della rotonda del Casello autostradale di Pompei Est-Scafati. In quelle quattro o cinque ore il Centro Citta a Pompei e lo stesso accesso a Scafati diventano di fatto prigionieri di una estesa fila di auto in moto a passo d’uomo. Inoltre si creano le condizioni di una camera a gas sul macro quadrilatero urbano composto dalle vie: Lepanto, Parroco Federico, Anastasio Rossi, Piave e Carlo Alberto, con annesse traverse e aree pedonali. E’ un inferno di lamiere e gas di scarico che coinvolge spesso anche la Piazza del Santuario, con ripercussione sull’intera rete cinematica del Centro Città di Pompei.
A chi irresponsabilmente sottovaluta questo stato emergenziale delle cose ricordiamo che una ricerca risalente a circa un anno fa pubblicata sulla rivista Nature sostiene che gli inquinanti presenti nell’ambiente possono influenzare il DNA fino a modificarlo quanto basta affinché alcuni geni prendano il sopravvento su altri e favoriscano così l’insorgere di malattie cardiache e respiratorie. La indagine scientifica è stata coordinata da Philip Awadalla dell’Ontario Institute for Cancer Research in Canada. Gli effetti sul DNA sono stati testati analiticamente. I dati r accolti sono significativi perché elaborati su di una platea vasta, composta di oltre mille persone. Dall’analisi del DNA sono stati identificati gli effetti nefasti delle polveri sottili e dei biossidi di azoto e di zolfo, presenti nello smog urbano. Tale situazione – che si ripete da decenni nel centro Urbano di Pompei – va monitorata e studiata dalle autorità sanitarie competenti, perché si rischia lo sviluppo di particolari malattie da inquinamento a cuore e polmoni, primi bersagli, ma anche intestino, reni, ossa e cervello soffrono per l’eccessivo inquinamento urbano. Da tempo l’autorevole rivista Lancet ha pubblicato studi da cui si deduce che lo smog indebolisce anche le ossa e provoca danni al cervello. Secondo Lancet un caso su dieci di Alzheimer potrebbe essere imputabile all’inquinamento urbano. E si sa da tempo che l’inquinamento da piombo è causa di morte da ipertensione, insufficienza renale, malattie cardiovascolari. Non vogliamo essere allarmisti, ma realisti. Anzi da queste colonne chiediamo che la Amministrazione comunale si faccia carico di far verificare i dati raccolti dalla Centralina anti smog ubicata presso il campo sportivo di Pompei, messa lì anni fa a fare bella mostra di sé, come in una vetrina. Da essa si potrebbero attingere dati oggettivi a conferma di quel che abbiamo scritto. E valutare i rischi seri che corre un intero centro urbano. Bisogna fare presto. E noi speriamo davvero che non si scopra ancora una volta che Pompei è stata usata solo per la vetrina internazionale che rappresenta!
Federico L.I. Federico
Articolo pubblicato il giorno 18 Giugno 2019 - 10:53