A Pompei in questi ultimi giorni si susseguono i comunicati e i rumors, ma il tema è sempre lo stesso: Il cosiddetto Progetto EAV e i sottopassi che lo accompagnano. Intanto, la Regione Campania sta assegnando le zone di esodo in caso di eruzione del Vesuvio. A Pompei è toccata la Sardegna(?). Ma nessuno se ne preoccupa. Non sappiamo chi abbia fatto i conti con il golfo di Napoli, escludendo maremoti nel caso malaugurato di eruzione. Dunque, va bene così per i Pompeiani? Sì, evidentemente. E va bene anche per quelli che si occupano solo dei sottopassi. Pochi ma bellicosi. Pensano solo a come “interrare” il Progetto EAV. Letteralmente. Una domanda però sorge spontanea. Ed è questa: ma la EAV, ora Consorzio Vesuviano dei trasporti – o qualcuno dei suoi rappresentati e responsabili – non si era già pubblicamente impegnata a rivederli o anche a sostituirli? La richiesta era stata avanzata espressamente, in ogni sede e modalità, dal Comitato No Sottopassi. E il primo sottopasso destinato alla soppressione, già in fase progettuale, era quello di circa sessanta metri lineari. Oggettivamente sproporzionato in lunghezza. Allo stato invece si sa che la EAV ha già interloquito e intende proseguire in questa fase interlocutoria di confronto con i responsabili e/o i portavoce dei due Comitati. Il Comitato No Sottopassi infatti sembra articolato in realtà in due Comitati. Nei prossimi giorni quindi si terranno altri incontri/confronti tra Comitato NO Sottopassi ed EAV. L’unico tema sul tavolo sembra l’interramento. Ma nessuno si occupa della quota di interramento. Se sarà quella di epoca romana, si prefigura un disastro annunciato per i ritrovamenti che si avranno nell’area pomeriale di Pompei antica, tagliata dai binari che passano a poco più di un metro dalle mura della Città antica. Speriamo che in Conferenza dei servizi faccia sentire la propria voce il Parco Archeologico di Pompei, grande assente finora. Intanto la maggioranza di governo della Città appare paralizzata fino a disertare il Consiglio Comunale presidiato da vocianti rappresentati del Comitato. Appositamente è stata indetta una conferenza stampa. E Amitrano ha minacciato il “tutti a casa” se la situazione non si sblocca. Quello che ci lascia più perplessi poi è il fatto che l’EAV si preoccupa di interloquire, esclusivamente con i rappresentati degli “ultras” del Comitato che stanno sventolando la bandiera della Casa Borrelli con una buona dose di cinismo.
Al contrario, i due Comitati racchiudono nel loro variegato interno posizioni possibiliste e aperte ad aggiustamenti progettuali. Sono posizioni che tendono a evitare il rischio di gettare l’acqua sporca insieme con il bambino. Le aperture però non emergono dalle strutture apicali dei due Comitati. Esse infatti sono occupate in nome della teoria della sedia vuota, come da diffusa prassi delle organizzazioni spontanee e volontarie. Cioè “occupate” da chi si propone e si antepone agli altri, alzando la voce e i toni. E ciò accade in barba alle regole della democrazia che, deviando dal proprio alveo, tende così a venarsi di demagogia. E di tardosessantottismo.
Cronache della Campania è stato invece fin dal primo momento possibilista. Ha segnalato le criticità del progetto, ribadendo però la necessità della sua adozione, una volta emendato. A nostro avviso Pompei non può permettersi di perdere i circa settanta milioni di euro lordi occorrenti per le opere a farsi. Essi non graveranno sul bilancio comunale, che mai si potrebbe permettere una tale spesa. Ovvio. La risposta della EAV è stata comunque positiva per la conservazione del passaggio pedonale a raso di Via Nolana, attraversato da migliaia di persone quotidianamente nei pressi della Parrocchia del S.Salvatore. Ne prendiamo atto con soddisfazione e vigileremo su questo risultato raggiunto. Apprezziamo altresì la nuova attenzione prestata dall’EAV a ipotesi di soluzioni migliori per i restanti tre sottopassi pedonali, che – va detto con chiarezza – saranno comunque utilizzati da poche centinaia di persone nell’arco della giornata, e non sempre.
Noi di Cronache della Campania, da soli finora, abbiamo sollevato anche il problema dei danni – certi e verificati ormai a livello internazionale – che l’inquinamento da traffico urbano provoca al DNA e quindi alla Salute dei cittadini. A Pompei sono migliaia i cittadini residenti costretti a inalare alti livelli di polveri sottili e gas velenosi prodotti dal traffico che assedia quotidianamente quello che abbiamo battezzato il “quadrilatero dello Smog” delle strade del centro Città. Ad esso si aggiunge la piazza del Santuario e l’intero sviluppo della Via Nolana fino al quadrivio di Tre Ponti. Sono quindi migliaia – tra i cinquemila e i diecimila almeno – i cittadini che soffrono, e soffriranno in futuro, di patologie da eccessivo traffico urbano. Da queste colonne abbiamo segnalato i danni che si cumuleranno sulla pelle dei cittadini a Pompei se si verificheranno ritardi ingiustificati o perdite di fondi destinati a Pompei. Vigileremo anche su questo. Sappiamo peraltro che una Associazione Ambientalista nazionale si sta muovendo sulla segnalazione da noi fatta a riguardo della dubbia efficienza della stazione/centralina di rilevazione della qualità dell’aria ubicata a Via Lepanto, di fianco alla ex Pretura. Il Comune di Pompei, l’ARPAC e l’ EAV – dunque la stessa Regione Campania – sono chiamati a particolari responsabilità. L’ARPAC sopratutto. Insomma, tanto per capirci meglio, qui ormai è in ballo la Salute Pubblica, oltre che la rete ferroviaria EAV e qualcuno corre il serio rischio di pagare per i ritardi.
Federico L.I. Federico
Articolo pubblicato il giorno 27 Giugno 2019 - 10:38