Conosceva il passato del suo fidanzato, i problemi psichici e le oscillazioni violente del suo carattere e, nonostante l’opposizione della propria famiglia, ha comunque deciso di restargli vicino. Fino a ieri mattina, quando la 26enne protagonista di questa storia e’ scappata dalla finestra al secondo piano dell’appartamento dove quell’uomo la teneva prigioniera da quattro giorni costringendola anche a entrare in una vasca di acqua ghiacciata. La ragazza e’ precipitata nel cortile del palazzo in via Biella, nel quartiere Barona di Milano, una condomina l’ha trovata nuda, spaventata e in stato di choc per diverse fratture dovute al salto e alle botte subite nei giorni precedenti. L’anziana l’ha accompagnata da un commerciante sulla strada, le hanno dato qualcosa con cui coprirsi e hanno avvertito la polizia. Pochi minuti dopo gli agenti hanno arrestato in quella casa il suo compagno per sequestro di persona e lesioni aggravate. Inizialmente si e’ mostrato disponibile, poi si e’ scagliato contro i poliziotti ed e’ stato bloccato grazie allo spray al peperoncino. Si chiama Giacomo Oldrati, ha 40 anni, e le cronache si sono gia’ occupate di lui nel 2012, quando e’ stato arrestato per una serie di violenze avvenute a Bologna nei confronti di 4 ragazze, tra cui la fidanzata dell’epoca. Lo avevano soprannominato “il guru del corallo” perche’ aveva drogato le vittime con cocktail allucinogeni a base di corallo polverizzato preso dal proprio acquario tropicale. Altre sue passioni erano le katana (tipiche spade giapponesi), i tatuaggi (ha due grosse ali disegnate sulla schiena) e le filosofie orientali. Aveva sottomesso completamente le ragazze, minacciava di ucciderle ma era convinto di poterle resuscitare. Alla fidanzata aveva reciso con un coltello un neo sul collo che a suo dire conteneva “tutto il male presente nella sua famiglia”. Tre perizie hanno dichiarato Oldrati affetto da una sindrome bipolare e da alterazione psicologica, di conseguenza nel gennaio 2018 il tribunale di Bologna lo ha assolto perche’ totalmente incapace di intendere e volere. Il collegio presieduto dal giudice Roberto Mazza lo ha affidato a un centro psico sociale di Milano ed e’ stato disposto un anno di liberta’ vigilata “previo riesame del profilo della pericolosita’ sociale” con l’obbligo di attenersi a tutte “le prescrizioni di natura terapeutica contenute nel programma di riabilitazione”. Indicazioni seguite alla lettera per anni, lo ha confermato la sua attuale fidanzata, che lo ha conosciuto nel 2015. Ha spiegato che la prima aggressione e’ avvenuta a marzo, poi a maggio l’ha colpita con una testata al volto. Episodi che lei non ha denunciato per timore di aggravare la sua posizione legale. Sabato scorso la 26enne ha mentito ai genitori dicendo che avrebbe incontrato un amico, in realta’ ha raggiunto Oldrati nell’appartamento di via Biella che gli era stato dato in concessione dal nonno. Qui e’ stata picchiata con schiaffi, pugni e calci, trascinata per i capelli. Domenica la situazione si e’ calmata, sono usciti a fare una passeggiata ma al rientro alle 22 e’ scoppiata di nuovo la furia di Oldrati, fisica e verbale. Il lunedi’ i genitori della ragazza sono andati a cercarla in via Biella ma sono stati respinti da entrambi al citofono. Ieri la 26enne ha avvertito al lavoro che non sarebbe andata ed e’ stata costretta a entrare nella vasca di acqua gelida riempita dal 40enne. Appena quest’ultimo si e’ distratto, lei e’ scappata dalla finestra. Si e’ calata senza problemi al piano inferiore ma arrivata al primo ha perso la presa ed e’ rovinata al suolo riportando ferite guaribili in 40 giorni.
Articolo pubblicato il giorno 5 Giugno 2019 - 21:05