Caivano. Il gip del Tribunale di Napoli Pietro Carola ha disposto l’imputazione coatta nei confronti di Marianna Fabozzi e Raimondo Caputo, già condannati in primo grado per l’omicidio di Fortuna Loffredo (la bimba precipitata da un palazzo del Parco Verde di Caivano il 24 giugno 2014) in relazione alla morte di Antonio Giglio, figlio della Fabozzi morto nel 2013 in circostanze analoghe. Il gip ha rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Maria Carolina De Pasquale e ha disposto che, entro 10 giorni, il pm formuli l’imputazione per il reato di omicidio nei confronti di Marianna Fabozzi, e per favoreggiamento nei confronti di Raimondo Caputo. L’inquietante vicenda della morte del piccolo Antonio Giglio, avvenuta il 27 aprile del 2013 quando il piccolo aveva 4 anni, ha preceduto di circa un anno quella della morte di Fortuna. Anche Antonio Giglio, figlio di Marianna Fabozzi e Gennaro Giglio (quest’ultimo difeso dall’avvocato Angelo Pisani), è precipitato da un palazzo nel Parco Verde di Caivano, precisamente da una finestra nell’abitazione della madre di Fabozzi, Angela Angelino, al settimo piano dell’isolato C3. Secondo il gip “sono stati acquisiti sufficienti elementi che consentono di celebrare il giudizio nei confronti degli indagati”, in particolare le dichiarazioni di Antonietta Caputo, sorella di Raimondo (compagno della Fabozzi) secondo cui sarebbe stata la madre a lanciare dalla finestra Antonio Giglio, e non il bimbo a cadere accidentalmente guardando un elicottero dei carabinieri, come invece Marianna Fabozzi aveva raccontato agli investigatori. Inoltre un compagno di cella di Raimondo Caputo avrebbe appreso da quest’ultimo che non si era trattato di un incidente ma che era stata la madre ad averlo fatto cadere dalla finestra, e che lui la stava difendendo per evitare che la stessa parlasse della morte di Fortuna Loffredo. Infine, secondo il gip, “è del tutto inverosimile che un bambino di 4 anni si arrampichi su una finestra per infilarsi nello strettissimo spazio di 25 centimetri, anche perché sotto la finestra non vi è nessun mobile che consenta di salirvi sopra e raggiungere il davanzale”. “Soddisfazione” viene espressa dagli avvocati Angelo e Sergio Pisani, difensori di Gennaro Giglio, per l’imputazione coatta decisa dal gip di Napoli nei confronti di Marianna Fabozzi e Raimondo Caputo per la morte di Antonio Giglio. “Finalmente oggi lo Stato vuole vederci chiaro e garantire giustizia – dichiarano gli avvocati – ma se le istituzioni fossero intervenute prima, soprattutto con una bonifica ambientale e di tutela dei cittadini che purtroppo non c’è stata neanche dopo le inspiegabili morti e violenze su tanti bambini, nessuno avrebbe potuto uccidere la piccola Fortuna”. Il riferimento è all’omicidio di Fortuna Loffredo, bimba morta in circostanze analoghe a quella di Antonio Giglio, per il quale Caputo e Fabozzi sono stati condannati in appello rispettivamente all’ergastolo e a 10 anni di reclusione. “Uno Stato presente e attento – aggiungono gli avvocati Angelo e Sergio Pisani – avrebbe dovuto tutelare anche il piccolo Antonio Giglio, un’altra vittima innocente che almeno oggi merita giustizia”.
Articolo pubblicato il giorno 5 Giugno 2019 - 16:51