«L’azione dello Stato ha liberato un presidio cruciale nell’assistenza territoriale nella città di Napoli dal giogo del malaffare. Come presidente dell’Ordine dei Medici ritengo sia ora importante ricordare anche quanti sforzi e quanto sacrificio vi sia dietro questo risultato. Al di là dell’azione encomiabile delle forze dell’ordine e della magistratura, non ci si deve dimenticare del duro lavoro al quale sono sottoposti i medici di quel presidio, uomini e donne che hanno subìto negli anni moltissime mortificazione professionali e che nonostante tutto non hanno mai smesso di tenere fede al giuramento prestato». Così Silvestro Scotti commenta l’operazione anticamorra messa a segno dalla
Procura di Napoli. L’intento di Scotti è anche quello di disinnescare pericolose dinamiche di banalizzazione dei fatti che potrebbero portare ad una «criminalizzazione dei medici». Il rischio, dice, «è quello di gettare via il bambino con l’acqua sporca». Se è vero che i clan hanno trovato negli anni terreno fertile all’interno del San Giovanni Bosco, altrettanto vero è che i primi a rispondere all’appello anticamorra lanciato dal commissario Verdoliva nei mesi scorsi sono stati proprio i medici. «Uomini e donne – ricorda il presidente dell’Ordine di Napoli – che hanno subìto aggressioni e intimidazioni, e che nonostante tutto non hanno mai abbassato la testa. Il San Giovanni Bosco – conclude – sta vivendo un profondo periodo di cambiamento in positivo. La speranza è che si continui in questo senso e che anche i cittadini comprendano sempre l’esigenza di un’alleanza forte. Solo ricordandosi di essere tutti dalla stessa parte si potrà sperare di avere una sanità migliore»
Articolo pubblicato il giorno 26 Giugno 2019 - 19:28