“Ormai la palla al piede te l’ho tolta e tu non hai più bisogno di me?”: l’assassino di Orazio Pino, l’ex collaboratore di giustizia ucciso il 23 aprile a Chiavari incastrato da una telefonata all’ex amante che aveva avuto proprio con il gioielliere ucciso in un parcheggio una relazione alcuni anni fa. Dietro l’omicidio di Pino ci sono una questioni di amore, tradimenti e soldi. Pino, ex killer di mafia, in Liguria era diventato un ricco gioielliere, amante della bella vita e delle belle donne. A sparargli con una pistola calibro 357, secondo la polizia di Stato, sarebbe stato Sergio Tiscornia, operaio edile di 50 anni, abitante a Cogorno, vicino Chiavari, arrestato stamane. Tiscornia, sposato e padre di due figli, è l’amante di Adriana Hernandez Escobar che negli anni scorsi aveva avuto con la vittima una relazione sentimentale intrecciata con degli affari. Secondo la polizia, che non ha preso al momento provvedimenti nei confronti della donna, questa si sentiva “oppressa e minacciata” dall’ex. Non è ancora stabilito se Tiscornia abbia agito di sua iniziativa o sia stato spinto a farlo da qualcun altro. Il 50enne era finito sulle cronache dei giornali nel 2012 perché all’epoca era risultato l’amante di Maria Doros, una donna moldava di 45 anni sparita nel nulla dal Tigullio, il caso non è stato ancora chiuso. Nella complessa indagine sull’omicidio di Chiavari sono state utili una consulenza fornita da una associazione di sordomuti per leggere il labiale del presunto omicida, che spiega di avere usato un solo colpo di pistola, tracce di polvere da sparo sull’auto di una amica, complice forse involontaria dell’omicidio, e l’impronta di una scarpa sul luogo del delitto, oltre alle immagini delle telecamere e alle intercettazioni telefoniche. Tanti gli elementi raccolti dagli investigatori della squadra mobile di Genova, agli ordini del primo dirigente Marco Calì, e del servizio di polizia scientifica di Roma e del capoluogo ligure, coordinati dal pubblico ministero Silvia Saracino. Per gli inquirenti l’omicidio è stato premeditato. E’ emerso che dal 2018, Pino viene seguito e pedinato dall’operaio, tanto che la vittima inizia a temere per la propria vita e gira armato di coltello. Il giorno dell’omicidio, l’operaio lascia il suo furgone a Cogorno, si fa accompagnare da una amica a Chiavari, uccide Orazio Pino con un colpo di pistola alla testa e si fa riaccompagnare a casa. “Ormai la palla al piede te l’ho tolta… e tu non hai più bisogno di me? Io ti ho aiutato, ma a te della mia vicinanza non ti importa nulla” dice all’amante al telefono dopo il delitto. Per gli inquirenti è una confessione che ha aperto a Tiscornia le porte del carcere.
Articolo pubblicato il giorno 26 Giugno 2019 - 20:14