E terminata l’autopsia sul corpo della piccola Iolanda Passariello, la bimba di 8 mesi morta nella notte tra venerdì e sabato all’ospedale di Nocera Inferiore. “E un caso singolare. Non posso dirvi nulla. Lo capirete da domani, dalle evoluzioni che ci saranno”. Queste le parole del dottor Consalvo, il medico legale che ha effettuato l’esame autoptico sul corpo della bambina. L’accusa è pesantissima: omicidio volontario aggravato della figlia di appena 8 mesi, deceduta la notte tra venerdì e sabato scorsi, nell’Agro Nocerino Sarnese. E, secondo la Procura di Nocera Inferiore , a commetterlo, sarebbe stato il padre Giuseppe Passariello, che ora è in carcere. La madre della piccola, Immacolata Monti, è indagata, con la stessa accusa. Gli inquirenti ritengono che l’uomo, un 37enne, sia gravemente indiziato di “ripetuti maltrattamenti che hanno causato la morte” della figlioletta “quale conseguenza delle lesioni riportate, aggravate dall’omissione reiterata dei necessari soccorsi”. Passariello era stato fermato dagli agenti della Squadra Mobile di Salerno domenica alle 13, nella stazione di Salerno da cui, ritengono gli investigatori, si stava allontanando. I poliziotti, che lo stavano pedinando, gli hanno quindi notificato il provvedimento di fermo e poi lo hanno portato in carcere a Salerno. Le indagini erano scattate subito dopo l’arrivo della neonata in ospedale a Nocera Inferiore. La piccola – trasportata dall’ambulanza del 118 che l’aveva soccorsa nella sua abitazione di Sant’Egidio del Monte Albino – era giunta all’Umberto I già priva di vita. I medici del pronto soccorso – che hanno tentato invano di rianimarla per circa 45 minuti – non hanno potuto non notare i vari lividi e le escoriazioni sul suo corpicino. Ematomi sospetti che, a seguito dell’esame esterno svolto dal medico legale Giuseppe Consalvo, hanno reso necessari gli ulteriori accertamenti degli investigatori. Gli agenti della Squadra Mobile di Salerno, coordinati dal vicequestore Marcello Castello, insieme con i colleghi del commissariato di Nocera Inferiore hanno ascoltato i genitori della piccola per tutta la giornata di sabato, per provare a ricostruire quanto accaduto all’interno dell’abitazione di via Santi Martiri, nel quartiere San Lorenzo. Ma i poliziotti hanno ascoltato anche vicini di casa, familiari e assistenti sociali che seguivano la famiglia da qualche tempo. Racconti che hanno fatto emergere una condizione di estrema fragilità: il papà, diversi precedenti a suo carico, aveva lasciato poco tempo fa una comunità di recupero per tossicodipendenti. Era tornato a Sant’Egidio del Monte Albino, dove viveva da un anno e mezzo insieme con la moglie, la piccola e un altro bimbo di due anni. Un contesto difficile che, pare, in tanti conoscevano.
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