napoli. Non solo sms e mail dal contenuto hot, il professore del liceo Vico a Napoli, arrestato due giorni fa per abusi nei confronti di due studentesse 16enni, avrebbe avuto anche rapporti sessuali con minorenni. Sarebbero stati consenzienti ma è pur sempre punibile perché si tratta di ragazze under 18. Alle due adolescenti gli sms arrivavano dal tablet in uso al professore che di è giustificato dicendo che qualcuno lo avrebbe usato a sua insaputa per incastrarlo. Le due vittime sono state convocate in procura a Napoli nei giorni scorsi e hanno confermato tutte le accuse. Una di loro avrebbe denunciato il prof per gelosia dopo aver saputo del rapporto con l’altra studentessa.
Emerge quindi una liaison che non si è esplicitata solo su chat e mail nelle indagini dei carabinieri che vedono coinvolto il professore. L’attività investigativa, coordinata dalla sezione “fasce deboli” della Procura partenopea, è iniziata qualche mese fa dopo la denuncia presentata da una delle due ragazze. Si è trattato, in entrambi i casi, di rapporti consenzienti ma comunque illegali e punibili a norma di legge, se acclarati. Rapporti che potrebbero essere stati denunciati, alla fine, anche solo per questioni di gelosia. A mettere in una brutta posizione il docente sono sicuramente i messaggi dal chiaro contenuto hot, inviati alle giovani. Messaggi, è stato appurato dagli investigatori, partiti dal tablet del professore. Lui, però, ha finora sostenuto che il dispositivo sarebbe stato utilizzato in sua assenza da qualcuno intenzionato a giocargli un brutto tiro. I primi accertamenti eseguiti dagli inquirenti escludono, al momento, che ci siano stati accessi non autorizzati al tablet ma le indagini proseguono per fare piena luce sulla vicenda, nell’interesse sia dell’indagato, sia delle presunte vittime. Le due ragazze, dopo la denuncia, sono state convocate in Procura e li’, accompagnate dai rispettivi genitori, hanno fugato i dubbi nutriti dai due sostituti procuratori titolari del fascicolo i quali hanno poi chiesto e ottenuto dal gip la misura cautelare dei domiciliari. Il docente, durante l’interrogatorio di garanzia, avrà l’opportunità di rispondere alle domande che gli verranno poste dal gip per cercare di fornire la sua spiegazione ai fatti che gli vengono contestati e che lo stesso gip ha ritenuto gravi. I professori e il personale non docente del liceo difendono a spada tratta l’insegnante, descrivendolo come un professionista serio, rigoroso e stimato. Gli investigatori, però, ritengono di avere acquisito materiale probatorio tale da far ritenere che l’insegnante, invece di tutelare le sue studentesse, come impone il ruolo che ricopre, si sia invece lasciato andare a comportamenti penalmente rilevanti, rapporti di natura sessuale non connotati da violenza ma comunque punibili, se dimostrati.
Articolo pubblicato il giorno 14 Giugno 2019 - 07:27