“Siamo alle solite. Anche i quattro insegnanti dell’ “asilo degli orrori” di Solofra, come è accaduto per tutti gli altri imputati – insegnanti, genitori, ecc. – di gravi maltrattamenti ai bambini, sono agli arresti domiciliari”. È il commento del segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo che aggiunge: “non è certamente casuale che in carcere chi si rende colpevole di reati contro bambini e contro donne deve essere detenuto in sezioni speciali perché l’atteggiamento della popolazione carceraria, per usare un eufemismo, è “ostile”. L’assurdità consiste invece nella concreta possibilità di trovare in cella bambini che convivono con le madri detenute. Sulla questione, ricordo di aver scritto una lettera al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, per denunciare la situazione. Vedere di persona un bambino in cella, come è accaduto di recente durante il tour che mi porta tra gli istituti penitenziari del Paese, mi ha riportato alla mente le promesse del Ministro della Giustizia e quelle del mondo della politica “mai più bambini in carcere”, fatte dopo il caso del settembre scorso della madre detenuta nell’istituto di Roma
Rebibbia che ha gettato i suoi due figli dalle scale, che ha profondamente sconvolto l’opinione pubblica. Verifico, invece, che secondo i dati del suo stesso Ministero, al 30 aprile scorso, sono 5 i bimbi, con 51 mamme, attualmente presenti nei penitenziari italiani – dichiara il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria. È una situazione vergognosa ed intollerabile che non può protrarsi ulteriormente e che richiede interventi immediati. In attesa di nuove normative di regolamentazione della detenzione di madri con bambini piccoli – sostiene Di Giacomo – si deve assolutamente evitare che i bimbi restino in cella per tutta la giornata limitando la loro presenza nelle ore notturne e consentendo loro di partecipare ad attività ricreative e formative fuori dal carcere”. Per tornare ai maltrattamenti ai bambini c’è un recente studio del Cesvi che registra tutta la drammaticità della questione: in Italia sono quasi 100mila i bambini vittime di maltrattamenti e abusi; più della metà (52,5%) bambine. Quasi 460mila sono in carico ai servizi sociali per problemi di vario tipo. La maggior parte degli abusi e delle violenze avviene in famiglia, ma si tratta di un fenomeno sul quale è difficile avere dati certi. Concordo con i ricercatori del Cesvi: la complessità di stimare quanti bambini/e siano effettivamente maltrattati in Italia, in tutte le forme con le quali si può definire il maltrattamento – dalla trascuratezza all’abuso – risiede spesso sia nella mancanza della volontà politica di approfondire il tema sia nella conseguente carenza di risorse necessarie per condurre un’indagine su scala nazionale. A questo si aggiunga – come nell’ultimo caso di Solofra – che chi compie atti di maltrattamento ai bambini non va mai in galera godendo di una sorta di immunità. È anche questo un aspetto della nostra campagna- operazione verità sui problemi veri e di emergenza del sistema penitenziario italiano.
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