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L’imprenditore napoletano Romano rapito dalle ‘Farc’ in Colombia e mai ritrovato. I legami con Ettoruccio Bosti

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Napoli. C’è il cartello rivoluzionario delle “Farc” della Colombia e la richiesta di riscatto di un milione di euro dietro la misteriosa sparizione dell’imprenditore napoletano Raffaele Romano avvenuta il 18 febbraio del 2014 a Bogotà in Colombia. E’ l’inquietante e inedito retroscena che emerge dalla lettura delle oltre duemila pagine dall’ordinanza cautelare firmata dal gip Roberto D’Auria della X sezione del Tribunale di Napoli con la quale tre giorni fa è stato smantellato l’intero sistema criminale dell’Alleanza di Secondigliano. Alla vicenda della sparizione di Romano ma soprattutto ai suoi legami e a quelli del fratello Salvatore con il giovane boss Ettore Bosti figlio di Patrizio è dedicato un intero capitolo dell’ordinanza in cui si parla del riciclaggio dei capitali illeciti di Ettore Bosti appunto, di traffico di droga con i colombiani e dei legami con il famigerato Raffaele Imperiale detto lelluccio o’ parente o lelluccio ferrarelle, il noto narcos stabiese legato agli Amato-Pagano e passato alla storia per i due Van Gogh rubati e per la latitanza dorata a Dubai. I due fratelli Romano gestivano il ristorante Totò&Peppino a Madrid molto frequentato da Vip e calciatori del Real. Salvatore Romano fu arrestato in Spagna nell’agosto del 2014 nell’ambito dell’operazione “Tarantella” condotta dalla Guardia Civil spagnola con la collaborazione delle forze dell’ordine italiane.  E l’altro giorno il gip D’Auria ha confermato i sospetti. Non a caso scrive: “Il complesso delle indagini dimostrava dunque che i Romano, e le loro attività economiche, siano null’altro che un “avamposto” del clan Contini in Spagna, utilizzato all’occorrenza sia come punto logistico per gli affari illeciti in terra spagnola (come il traffico degli stupefacenti) sia come vero e proprio “bancomat” per significative azioni di reimpiego e/o di riciclaggio di denaro di illecita provenienza derivante da attività delittuose perpetrate dallo stesso clan camorristico”. A fare da  anello di congiunzione tra Ettoruccio Bosti o’ russo e i fratelli Romano, secondo quanto emerge dall’ordinanza è Marco Botta, cognato di Bosti e cugino dei Romano. E’ lui che tiene i collegamenti, è lui che porta le “imbasciate” ed è lui a far sapere quanto e come pagare “la rata” del ristorante al giovane boss. E in questo contesto di riciclaggio dei soldi del clan Contini, di un grosso traffico di droga sparito in Francia e della figura di una donna colombiana presunta amante di Raffele Romano che si inserisce la sparizione dell’imprenditore originario di Scampia. Il fratello Salvatore, ben sapendo che c’era la richiesta di riscatto e della probabile morte del congiunto, negli anni scorsi ha anche fatto visita al Ministero degli esteri attraverso amici napoletani chiedendo l’interessamento dell’ambasciata italiana. La mamma e la moglie dello scomparso (che era contraria al viaggio) hanno rivolto appelli attraverso i giornali e la tv anche loro sapendo il probabile triste destino del congiunto.
Non a caso il gip scrive: ‘i fratelli Romano erano ben cosci e consapevoli di essere un’appendice economica del Bosti. Questo lo si evidenzia in tutta la sua interezza allorquando Salvatore, nel mentre comunica alla madre l’ipotesi di ripercussioni motto gravi sulla persona del fratello Raffaele scaturite apparentemente da non giustificati “mancati pagamenti”, le fa capire che, se volevano, gli stessi Botta e Bosti potevano avere dei soldi liquidi nei tempi da loro stabiliti semplicemente nel modo che avevano sempre fatto e dunque recandosi direttamente da loro a Madrid per prelevare quanto desideravano, senza aspettare le scadenze pattuite”. Ma tornando alla sparizione di Raffaele Romano, il Fratello Salvatore tre giorni dopo il 18 febbraio del 2014 nell’interrogatorio  davanti alla Guardia Civil a Madri datato 21 febbraio 2014 spiegò che il fratello si era recato in Colombia per rimanervi un mese e che si era alloggiato in un Hotel nella città di Meddelin. Nello specifico Salvatore dichiarò che Raffaele gli raccontò al telefono il 18 febbraio 2014 che si stava recando nella città di Bogotà, ma senza dare spiegazioni alcuna di questo viaggio e che dall’epoca non riuscì mai a mettersi in contatto con lo stesso. Poi invece nell’interrogatorio datato 7 aprile 2014 spiegò che aveva dei sospetti sulla cittadina colombiana…omissis…, poiché la stessa si era recata in Colombia 2 giorni dopo la sparizione effettiva del fratello Raffaele, denunciandone la scomparsa solamente solo dopo 6 giorni accampando come scusa il fatto che tale denuncia doveva farla il suo di fratello e che lei sarebbe tornata subito dopo altri 2 o 3 giorni. Inoltre riferì agli inquirenti il fatto che la ragazza precedentemente gli raccontò di aver comunicato alle autorità colombiane che ella nella circostanza della scomparsa si trovava con Raffaele Romano in Colombia, mentre a lui risultava che la donna fosse in Spagna.
E ancora nell’interrogatorio datato 8 aprile 2014ì che la colombiana gli aveva comunicato che l’ultima volta che aveva avuto contatti a sua volta Raffaele (il 18.02.2014), quest’ultimo gli aveva riferito, tramite messaggino whatsapp, che “lo stavano portando al monte” ed a riprova di ciò gli fece vedere solo uno stralcio di questo messaggio dove vi erano scritte le testuali parole ed immagini: “mi stanno portando al monte” con 2 faccine emoticons.
La Guardia Civil spagnola, che aveva in essere un attività di Polizia Giudiziaria riferita alla “Operazione Tarantella”, aveva appreso in tale circostanza che Raffaele Romano era sparito in Colombia e che con molta probabilità era stato rapito con scopo di riscatto da malavitosi legati alle forze rivoluzionarie della Colombia “Farc”, i quali chiedevano al fratello Salvatore  per il suo rilascio la somma di “un milione di euro”. Tanto è che presso il ristorante Totò&Peppino di Madrid si era presentata una non meglio identificata ragazza colombiana che aveva consegnato ai presenti un cellulare “dedicato” da usare per la contrattazione. Tutte le utenze che poi avevano contattato il cellulare in questione sono poi risultate di matrice venezuelana. Qualche mese Ettore Bosti chiamerà Salvatore Romano chiedendogli di sbrigarsi, tramite le sue conoscenze nella Polizia di Stato di Napoli, a reperirgli il passaporto precedentemente richiesto con la scusa di andare a vedere i Mondiali di calcio in Brasile. Ma il rilascio del passaporto gli fu negato. Nei mesi seguenti ci sono state tutta una serie di telefonate e incontri tra i familiari di Romano volte a cercare notizie sul loro congiunto. In quel periodo sempre Salvatore Romano aveva detto ai parenti di essere anche disposto a pagare la somma di un milione di euro ai presunti sequestratori del fratello nel caso questo pagamento fosse servito a liberare il fratello Raffaele. Cosa questa mai avvenuto e di Raffaele Romano dal 2014 non si hanno più notizie.

Rosaria Federico

(nella foto i guerriglieri delle Farc e da sinistra lo scomparso Raffaele Romano e il giovane boss Ettore Bosti)


Articolo pubblicato il giorno 29 Giugno 2019 - 17:52

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