ÂÂLi cuntiâÂÂàdi un cilentanoàdiàRaffaele Scorziello,ààEdizioni Magna Graecia, presentazione del volume venerdì 21 giugno 2019 ore 18 alla libreria IOCISTO di piazza Fuga a Napoli. Ne parlano Nunzia Gionfriddo (scrittrice e rappresentante Iplac per la Campania) e Prospero Albertini (fisico) tra le letture dellâÂÂattore Mario Mauro. Modera lo scrittore Luciano Galassi. Il tema diààâLi cuntiâÂÂàdi un cilentanoâ,àpubblicato postumo a cura di Vanda Riccio Scorziello, libro suddiviso per argomento in cinque parti, trae linfa dalla usanze e le abitudini di vita delle popolazioni cilentane dalla metàdegli anni âÂÂ30 ai primi âÂÂ60 del secolo scorso. Non sono racconti di fantasia, dunque, ma più che uno spaccato di vita vissuta, e di memoria, in un arco di tempo che comprende il periodo del secondo conflitto mondiale e il suo Dopoguerra. LâÂÂautore, Raffaele Scorziello di origine cilentana, nato e vissuto a Roccadaspide, non ha mai spezzato il profondo legame con la sua gente e con il suo territorio nonostante da adulto fosse vissuto a Napoli. âÂÂQuesti racconti, che lâÂÂautore avrebbe voluto ampliare, sono stati scritti a manoâÂÂ, spiega la curatrice dellâÂÂopera, âÂÂsolo pochi erano giàstati trascritti sul PC. àtoccato a me quindi mettere ordine tra i fogli, iniziando dai più autobiografici che riguardano la vita dei giovani di allora in quei luoghi, partendo proprio dalla sua esperienza; ecco così la sezione iniziale,àRoccadaspide: la storia di uno di quaàche comprende i primi dieci capitoli di cui lâÂÂultimo,àI bagni nel Calore, relativo ai ragazzi che, ormai adolescenti, si cimentano con i primi âÂÂcontattiâ con lâÂÂaltro sessoâÂÂ. La seconda parte riguarda gliàusi e i costumi dei paesi cilentani, soprattutto nel mondo degli adulti, come il matrimonio e tutto ciò che concerne i preliminari e il fidanzamento nel modo in cui avvenivano in quel contesto. Rituali dimenticati, estranei alle nuove generazioni e, comunque, a chi ha sempre e solo abitato in zone metropolitane. âÂÂSeguono narrazioni un poâ più tecniche, relative a lavori di campagna e a quelli cosiddetti preindustrialiâÂÂ, continua Vanda Riccio Scorziello. Fede e credenze popolariàè la parte in cui la fede è espressa in modo collettivoàattraverso la Tredicina di SantâÂÂAntonio e le Compagnie in pellegrinaggio al Sacro monte di Novi Velia. âÂÂIn tempi difficili come quelli della guerraâÂÂ, chiarisce Riccio Scorziello, âÂÂera facile passare dalla fede a credenze popolari a cui potersi âÂÂappigliareâÂÂ, si credeva quindi alle cosiddetteàmaare,benefiche fattucchiereàsempre pronte a dare informazioni rassicuranti a quelle persone che attendevano notizie dei propri cari dal fronte da cui era molto difficile inviare lettereâÂÂ. Così, come inizia con una nascita a Roccadaspide, il volume termina conàRitorno a Roccadaspideàper la morte di un uomo, il Patriarca, il più anziano della sua contrada, che âÂÂaveva fatto del lavoro la sua fedeâÂÂ. âÂÂLâÂÂutilitàdi questo libro riguarda tutti noiâÂÂ, tiene a precisare la curatrice della raccolta. âÂÂGli anziani ritroveranno un poâ della loro esistenza da bambini e la potranno rapportare, nel bene e nel male, alla vita attuale.àI giovani che poco sanno di questa vita potranno conoscere quelle che sono le loro radici, la storia passata da cui deriva il presente. Chi è sempre vissuto in cittàavràmodo di apprendere la realtàdi un contesto, in parte o totalmente, ignotoâÂÂ. Nelle scuole, di certo, questo libro andrebbe letto o semplicemente âÂÂraccontatoâ per trarne spunti di riflessione sulle differenze e similitudini tra passato e presente.
Geologo, professore universitario di paleontologia, Raffaele Scorziello svolgeva anche ricerche dâÂÂacqua in vari territori insieme ad un suo affezionato amico fisico, Prospero Albertini, al quale, durante il percorso in auto, raccontava la vita in un paese agricolo del Cilento nel secolo scorso.
âÂÂFu proprio lui, per primo, ad invogliarlo a scrivere questi racconti di vita vissuta, ma soltanto quando Raffaele si accorse che anche alcuni giovani rimanevano colpiti da ciò che lui raccontava e che era a loro quasi del tutto sconosciuto, decise di mettersi a scrivere con un linguaggio il più possibile vicino al suo modo di parlare, rendendo âÂÂvivoâ e âÂÂvisibileâ ciò che raccontavaâÂÂ.
Prima di questo, lâÂÂautore ha pubblicatoàâRovistando nella memoriaâ, Grafica Letizia e Italgrafica, 2010, dello stesso tenore.
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