Napoli.Sergio Grassia detto sergiolino e Raffaele Oliviero detto o’ pop erano entrati nel mirino dei nemici del clan Mazzarella. E quando la scorsa settimana sono stati arrestati sulla spiaggia di Ardea dove stavano trascorrendo la latitanza-vacanza insieme con i familiari si può dire che sono scampati alla morte. E dunque devono anche ringraziare i carabinieri che li hanno arrestati. I Mazzarella infatti attraverso i loro collegamenti con il clan siciliano dei Fragalà aveva individuato il loro nascondiglio e stava preparando un attentato nei loro confronti. E’ quando emerge da una delicata inchiesta della Dia e sui collegamenti ma soprattutto sull’espansione dei Mazzarella nel Lazio e sul litorale romano. Espansione storica che risale a una decina di anni fa attraverso Gennaro Moccardi e alcuni suoi parenti che spacciavano cocaina su Ladispoli e rifornivano i Casamonica e poi attraverso Salvatore barile “Totoriello” il cui nome compare nell’inchiesta “Brasile low cost” del 30 gennaio scorso che ha portato in carcere tra gli altri il boss romano Salvatore Casamonica. Ebbene negli ultimi mesi ci sarebbe stata una rottura tra i Casamonica e i Mazzarella per un pestaggio subiti da alcuni esponenti della cosca dei Casamonica legati a Pasquale detto Rocky ad opera di affiliati ai Mazzarella. C’è mancato poco che non scoppiasse uno scontro armato tra le due famiglie criminale e solo l’intervento pacificatore dei Fragalà ha fatto si che ciò non avvenisse. Poi l’arresto dei boss catanesi ha mandato all’aria anche l’agguato che i Mazzarella attraverso gli uomini dei famigerato Giancarlo, “l’uomo nero” di san Giorgio a Cremano, stavano preparando nei confronti di Grassia (già oggetto di ben 4 stese sotto la sua abitazione e di una bomba nella pizzeria dei nipoti a san Giuseppe Vesuviano nei mesi scorsi) e di Oliviero. Gli investigatori ora stanno seguendo con attenzione l’evolversi della situazione e l’espansione dei Mazzarella su Roma.
Articolo pubblicato il giorno 20 Giugno 2019 - 07:21 / di Cronache della Campania