“La conferenza dei servizi del 21 giugno scorso ha fatto riferimento alla realizzazione di una ulteriore opera da realizzare nell’ambito del grande progetto Sarno: la pulizia delle vasche borboniche ai piedi del Vesuvio che oggi raccolgono le acque piovane, ma anche gli scarichi delle abitazioni e delle aziende, in sostituzione dei depuratori, ma anche l’ampliamento di alcune di queste vasche oltre alla riapertura del canale Conte di Sarno, al posto del ‘canale di gronda’ che era previsto nell’identico progetto del 2007, oggi recuperato dagli archivi e rimesso a nuovo”. Cosi’ in una nota la senatrice pompeiana del M5s Virginia La Mura. “Il progetto e’ stato identificato come ‘terzo lotto del Grande progetto Sarno’ e comporterebbe, se dovesse andare in porto, la realizzazione di un’ulteriore foce, un canale oggi chiuso e che passa sotto gli scavi sfocerebbe a mare e quindi creerebbe una terza foce sulla spiaggia di Rovigliano – ha proseguito -. Un’area che dunque avra’ addirittura 3 foci in pochi chilometri di litorale! Alcuni comitati locali speravano, si legge sui giornali a conclusione della conferenza dei servizi, che aprendo il Canale di Conte di Sarno, l’acqua potesse confluire verso il basso Sarno e quindi a mare senza ricorrere agli ulteriori 98 ettari di terreno fertile di classe A, da Montoro a Nocera, passando da San Valentino Torio, di fronte al parco archeologico fluviale di Longola, di vasche di laminazione da costruire e/o ampliare”. “La mia battaglia e’ stata da sempre contro la costruzione di ulteriori vasche, per cercare soluzioni piu’ sostenibili ed efficaci – ha spiegato la senatrice -. Ed anche quella di evitare la costruzione della seconda foce. E invece alla conferenza dei servizi si conferma che non solo si apre addirittura la terza foce, ma rimangono anche tutte le vasche che erano in progetto. Oggi ci sarebbe l’opportunita’ di fare ricorso al Tar in quanto i lotti 1 e 2, sono in fase di progetto definitivo!” “Altra questione e’ la valutazione di impatto ambientale (la Via) del progetto per i lotti 1 e 2 (ovvero per l’asta fluviale e il territorio del medio e basso sarno) per la quale la Regione ha deliberato il rinnovo per altri 5 anni, sostenendo che il progetto e’ pressoche’ identico a quello precedente e dunque non ha bisogno di nuove autorizzazioni – ha evidenziato La Mura -. In realta’ pero’ non e’ cosi’! I cambiamenti ci sono stati e infatti si passa da uno stanziamento di 200 milioni a uno di 400, perche’, tra le altre cose, hanno aggiunto questo terzo lotto che riguarda il versante del Vesuvio. Chiedero’ informazioni in merito”. “Dunque – ha continuato – 12 nuove vasche piu’ 30 vasche borboniche assorbenti gestite in parte dal Consorzio di Bonifica del Sarno e in parte dalla Regione, per un totale di poco meno di 2 milioni di metri cubi di invaso, si legge nel ‘piano di riparto delle spese consortili del 2017 a pagina 16 e 17′, oltre a diversi chilometri di canali irrigui e di drenaggio che costituiscono un reticolo idrologico importante per l’agricoltura e per la sicurezza idraulica del territorio”. “Vasche e canali che fungono da collettori di acque reflue civili e industriali e che potrebbero, se rifunzionalizzati, essere integrati in un sistema di drenaggio agricolo e urbano a sostegno della mitigazione idraulica – ha messo in evidenza la senatrice M5s -. Non dimentichiamoci inoltre che il progetto prevede la pulizia delle vasche e canali. Operazione di normale manutenzione che non e’ mai avvenuta. La bonifica? E’ un aspetto specifico che riguarda la bonifica dei siti inquinati che sul bacino del Sarno sono ben 716″.”Questo comporta che per qualunque opera di scavo o dragaggio e’ necessario prendere le dovute precauzioni – ha incalzato -, visti gli elevati valori di metalli pesanti e non solo, presenti nelle acque, nei fanghi e nel suolo dove c’e’ la maggiore contaminazione (si legge nel piano regionale di bonifica). Le 42 pagine di osservazioni della commissione di valutazione della Via nel 2013 chiarivano questi aspetti ed altri, come ad esempio, chi gestira’ la pulizia delle vasche che, secondo un mio calcolo dovrebbe impegnare annualmente per ogni vasca circa 1 milione di euro? Desidero anche io un Grande progetto Sarno, ma che sia integrato”. “Non posso immaginare un progetto di mitigazione e disinquinamento puramente ingegneristico – ha affermato -, senza valutare minimamente quanto siano importanti le componenti naturalistiche, agricole e geologiche, oltre che culturali. Eppure la Regione cerca di bluffare ma i cittadini faranno sentire la loro voce e io con loro. Il nostro fiume merita un riscatto culturale e socio-economico di rispetto”. “Non possiamo continuare ad aggredirlo senza una visione condivisa – ha concluso La Mura -. Tanto piu’ che il progetto di mitigazione del rischio idraulico e di disinquinamento e bonifica e’ incluso nel Master Plan del Ministro Costa (su 42 Comuni) e nel Piano di gestione Unesco della Buffer Zone di Pompei Scavi (su 9 Comuni vesuviani e il golfo di Napoli)”.
Articolo pubblicato il giorno 24 Giugno 2019 - 19:15