Il telescopio spaziale TESS (NASA) ha scoperto un sistema planetario con tre pianeti di tipo terrestre che consentirà di studiare le caratteristiche dell’atmosfera.Il Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA ha individuato, infatti, un sistema planetario composto da tre pianeti di massa simile alla Terra, intorno a una piccola stella vicina, L 98-59, 35 anni luce da noi nella costellazione australe del Pesce Volante. Fra questi, il pianeta più piccolo finora scoperto da TESS, chiamato L 98-59b, di dimensioni comprese fra quelle di Marte e Terra. Questa scoperta è di particolare importanza perché permette di raddoppiare il numero di esopianeti (cioè pianeti oltre il nostro sistema solare) di cui sarà possibile studiare le caratteristiche dell’atmosfera con altri telescopi, come il futuro telescopio spaziale James Webb.Il team internazionale, guidato da Veselin Kostov, astrofisico del Goddard Space Flight Center della NASA e del SETI, ha pubblicato la scoperta sul numero del 27 giugno della rivista The Astronomical Journal.”La scoperta è un grande risultato scientifico per TESS”, afferma Giovanni Covone, astrofisico presso il Dipartimento di Fisica della Federico II, membro della collaborazione internazionale che utilizza il telescopio spaziale TESS per la ricerca di pianeti extrasolari intorno a stelle brillanti e vicine.
Alla scoperta ha contributo Luca Cacciapuoti, studente della Laurea Magistrale in Fisica con una passione per la caccia ai pianeti extrasolari. La sua tesi di laurea triennale si è svolta nell’ambito di questa collaborazione, analizzando i dati dei primi tre mesi di osservazione di TESS. “Per lo studio delle atmosfere di pianeti simili alla Terra, occorre trovare sistemi con orbite di breve periodo attorno a stelle luminose – afferma Luca Cacciapuoti -. Ma tali pianeti sono difficili da rilevare. Questo nuovo sistema extrasolare offre la possibilità di affascinanti studi futuri a cui spero di contribuire ancora.”
I tre mondi sono stati scoperti usando il metodo dei transiti, diminuzioni periodiche della luminosità della stella osservate quando un pianeta passa davanti ad essa.
Tuttavia nessuno dei pianeti si trova all’interno della “zona abitabile”, l’intervallo di distanze dalla stella dove potrebbe esistere acqua liquida sulle superfici dei pianeti. Tutti e tre ricevono molta più energia dalla propria stella di quanto non ne riceva la Terra dal Sole.
“La missione TESS cerca di rispondere alle domande alimentate dal nostro desiderio di capire da dove veniamo e se siamo soli nell’universo – conclude Giovanni Covone -. Se osservassimo il Sole da uno dei mondi della stella L 98-59, i transiti via Terra e Venere ci potrebbero indurre a pensare che i pianeti siano quasi identici, ma sappiamo che non lo sono. Abbiamo ancora molte domande sul perché la Terra sia diventata abitabile e Venere no. Se riusciamo a trovare e studiare esempi simili attorno ad altre stelle, come L 98-59, potremmo svelare alcuni di questi segreti”.
La scoperta del sistema intorno alla stella L 98-59 si basa su dati raccolti in tre mesi di osservazione. La regione di cielo del sistema L 98-59 verrà ancora osservata da TESS, permettendo agli scienziati di migliorare la conoscenza di questi pianeti e cercarne altri nello stesso sistema planetario.
Il pianeta L 98-59b ha circa l’80% delle dimensioni della Terra ed è il più piccolo esopianeta finora scoperto da TESS. La sua stella ospite, L 98-59, è una stella nana rossa, circa un terzo della massa del Sole, a 35 anni luce da noi. Mentre L 98-59b è un record per TESS, pianeti ancora più piccoli pianeti sono stati scoperti nei dati raccolti dal satellite Kepler della NASA (operativo fino al 2018), tra cui Kepler-37b, che è solo il 20% più grande della Luna.
Gli altri due mondi nel nuovo sistema planetario, L 98-59c e L 98-59d, sono rispettivamente di 1,4 e 1,6 volte le dimensioni della Terra.
“Se c’è più di un pianeta in orbita in un sistema, questi potrebbero interagire gravitazionalmente tra loro – ha affermato Veselin Kostov (NASA) – TESS osserverà L 98-59 per un periodo sufficiente lungo da essere in grado di rilevare pianeti con orbite intorno ai 100 giorni. E se siamo anche un po’ fortunati, potremmo anche vedere gli effetti gravitazionali dei pianeti non scoperti su quelli che attualmente conosciamo”.
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