I Carabinieri della Stazione di Levane hanno individuato e deferito in stato di libertà un gruppo di individui italiani -almeno quattro- tutti con precedenti specifici e verosimilmente collegati tra loro per il conseguimento degli stessi fini illeciti, che a partire dal mese di febbraio scorso e fino alla terza decade del mese di maggio 2019, si presentavano in filiali di note banche di Levane, Bucine e San Giovanni Valdarno: gli individui, con il pretesto di aprire conti correnti bancari su cui poter effettuare transazioni bancarie e segnatamente negoziare assegni di provenienza furtiva (assegni Fondi a Disposizione, c.d. “FAD” emessi da note Società di Assicurazioni a saldo di indennizzi per sinistri stradali) riuscivano a carpire la buona fede del direttore o impiegato di turno esibendo loro documenti falsi.
I documenti erano, generalmente, carte di identità elettroniche e tessere sanitarie europee, realizzate con pregevole fattura.
L’attività criminosa si articolava in questo modo: una volta aperto il conto presso la filiale bancaria, versavano sull’ATM “Evolution”, di ultima generazione, l’assegno bancario di provenienza illecita, incassando il contante attraverso l’uso della tessera bancomat consegnata al momento dell’apertura del conto, approfittando di alcuni tempi tecnici per la verifica dell’assegno da parte della banca.
Il meccanismo è stato però scoperto il 22 maggio scorso quando, su segnalazione della responsabile della filiale di Levane di una nota banca toscana, insospettitasi della presenza di un uomo che giorni prima aveva aperto un conto corrente con lo stesso “modus operandi”, i Carabinieri di Levane, immediatamente dopo l’uscita dalla Banca, fermavano uno dei truffatori trovandolo in possesso di un assegno bancario oggetto di furto e della tessera bancomat ricevuta all’apertura del c/c, entrambi sottoposti a sequestro.
L’Autorità Giudiziaria, condividendo le risultanze investigative della Polizia Giudiziaria, emetteva quattro decreti di perquisizione personale e locale nei confronti dei quattro indagati, eseguiti nel Valdarno Aretino e nella Provincia di Caserta, all’esito dei quali veniva rinvenuta documentazione bancaria di interesse, fotocopie di documenti di identità e moduli CAI per la costatazione amichevole di sinistri stradali, mai avvenuti.
Il danno patrimoniale subìto dai beneficiari degli assegni, dagli Istituti di Credito e dalle Compagnie di Assicurazione, al momento non è quantificabile, in ogni modo si aggira indicativamente in alcune decine di migliaia di euro.
Articolo pubblicato il giorno 8 Giugno 2019 - 15:02
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