Villa Regina, apre le porte del suo cantiere venerdì 14 giugno, in occasione delle Giornate dell’Archeologia per raccontare gli interventi di messa in sicurezza e restauro che la stanno interessando, offrendo al contempo l’opportunità di visita alla Villa rustica, in attesa della sua riapertura definitiva. Le visite al cantiere si svolgeranno alle ore 9:00 alle ore 12:00e dalle 13:00 alle 16:30, con ingresso gratuito aivisitatori, che saranno accolti da un responsabile dell’Impresa ACF Restauri e da un funzionario del Parco Archeologico. Le Giornate dell’archeologia, in programma dal 14 al 16 giugno 2019 nei luoghi di cultura statali e non, promosse dal Mibac, nascono su iniziativa dell’Istituto nazionale francese di ricerca archeologica preventiva (INRAP – lnstitut national de recherches archéologiques préventives), che per il decimo anniversario ha coinvolto tutti i paesi Europei, come occasione per promuovere il patrimonio e far conoscere il lavoro dell’archeologo,attraverso conferenze, spettacoli, laboratori didattici e visite guidate a cantieri di scavo.
Villa Regina è l’unica villa rustica interamente scavata delle numerose fattorie specializzate nella produzione agricola presenti sul territorio pompeiano. Fu scoperta nel 1977, a seguito di lavori edilizi, e poi portata in luce con accurate campagne di scavo concluse nel 1980. E’ composta da vari ambienti disposti sui tre lati di un cortile scoperto che ospita la cella vinaria con diciotto dolia (orci per la conservazione del vino). L’attività principale era infatti la produzione del vino. Nella villa si conservano alcuni calchi degli infissi in legno di porte e finestre. Gli ambienti pregiati della Villa, oltre all’ampio porticato, al torcularium con i calchi del torchio ligneo ed i fori e pozzetti per il suo ancoraggio al suolo, la vasca di premitura ed il contenitore per la raccolta del mosto; includono il triclinio, dalle pareti decorate da pitture attribuite alla fase di transizione tra il III e il IV stile; la cucina, in disuso al momento dell’eruzione, con forno in muratura e focolare al centro della stanza, un vano di servizio con la cisterna per l’acqua, sormontata da un vaso di argilla ; il granaio per la conservazione di fieno, cereali e legumi, adiacente all’aia scoperta. La villa, che presentava anche un piano superiore, è databile nel suo impianto originario al I sec. a.C. e fu ampliata in almeno due fasi successive in età augustea e giulio-claudia. Nel portico venne ritrovato durante lo scavo un carro da trasporto (plaustrum), di cui restano evidenti, in una stradina adiacente alla villa, i solchi lasciati dalle ruote nel terreno. Il piano di calpestio dell’area circostante la villa è costituito dal terreno agricolo del 79 d.C., che conserva le tracce delle antiche coltivazioni e di cui sono stati eseguiti i calchi delle radici di vite. Accanto ad esse sono state ripiantate le viti per la ricostruzione dimostrativa dell’impianto del vigneto.
Lungo le pareti dello scavo la stratigrafia del terreno mostra chiaramente la successione dei depositi di materiale piroclastico determinati dall’eruzione del 79 d.C. che causò la distruzione della piccola fattoria. Gli interventi finalizzati allamessainsicurezza dell’edificio e alla futura fruizione da parte del pubblico, hanno previsto la sistemazione eripristino delle coperture, oltre ad interventi conservativi di pulitura degli apparati decorativi.
L’ingresso all’adiacente Antiquarium di Boscoreale permane a pagamento.
Articolo pubblicato il giorno 12 Giugno 2019 - 18:10