“Feci quell’omicidio a malincuore, quando me lo chiese Ciro Perfetto, mi limitai a fargli notare che stavamo andando ad ammazzare uno di noi. Poi ricordai allo stesso Perfetto che non dovevamo mettere un ragazzo come Di Napoli nel gruppo di quelli che andavano a sparare alla Sanità”. Storie di camorra e tradimenti, storie di morti ammazzati, di condoglianze di circostanza e di amicizie calpestate per volere del boss. Era il 13 dicembre del 2017 quando Mariano Torre da pochi giorni collaboratore di giustizia e sul groppone già due condanne all’ergastolo in primo grado raccontò di un altro cruento assassinio compiuto da lui e dal suo gruppo:quello dell’amico Vincenzo Di Napoli. Per quell’agguato ieri il gup Carbone ha condannato all’ergastolo i due presunti killer Antonio Buono e Ciro Perfetto, infliggendo 12 anni ai pentiti Carlo Lo Russo e Mariano Torre (per i quali è stato tenuto in considerazione il beneficio della collaborazione con la giustizia); mentre sono state firmate condanne a 11 anni per Antonio Montepiccolo (condannato per associazione camorristica e droga) e genero di Giuseppe Lo Russo unico dei fratelli a non essersi pentito. E infine 8 anni per Antonella De Musis, la nuova compagna di Carlo Lo Russo accusata di associazione camorristica.
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