Nell’ambito delle indagini sull’assegnazione dei Mondiali di calcio del 2022 al Qatar, l’ex presidente della Uefa Michel Platini è stato ascoltato stamane – e sarebbe in custodia – nei locali dell’ufficio anti-corruzione della polizia giudiziaria di Nanterre. Lo riferiscono alcuni media francesi. Tra i fermati anche l’ex segretario generale dell’Eliseo Claude Guéant. Già nel gennaio 2013, un dossier di “France Football” e denominato “Qatargate” evidenziò il ruolo della Francia nell’assegnazione dell’evento. La notizia pubblicata da Mediapart ha ottenuto in seguito riscontri anche su Le Monde e L’Equipe. L’ex segretario generale dell’Eliseo, Claude Gueant, è a sua volta ascoltato sotto la status di “sospetto in libertà”. La Procura nazionale finanziaria indaga su “presunti fatti di corruzione attiva e passiva di persone che non esercitano cariche pubbliche”, ha precisato Le Monde. Un’ex consigliera di Nicolas Sarkozy, Sophie Dion, è stata a sua volta arrestata nel quadro di questa inchiesta. Platini, che aveva già indicato di aver dato al Qatar il suo voto il 2 dicembre 2010 per l’organizzazione della Coppa del Mondo 2022, era stato ascoltato come testimone nell’ambito di questa inchiesta nel dicembre 2017. Gli era stato in particolare chiesto conto di un pranzo organizzato all’Eliseo il 23 novembre 2010, cui aveva partecipato insieme al presidente dell’epoca Sarkozy, al principe ereditario del Qatar (Tamin Ben Hamad al Thani) e a Claude Gueant (all’epoca segretario generale dell’Eliseo. Platini aveva ammesso di fronte agli inquirenti di aver avuto la percezione in occasione di questo contesto di un “messaggio subliminale” che lo invitava a votare per il Qatar per l’organizzazione del Mondiale 2022 mentre in precedenza il suo orientamento era verso gli Stati Uniti, chiarendo però che Sarkozy non gli aveva “imposto nulla”. “Volevo anche che la Coppa del mondo fosse organizzata in un Paese e in una parte del mondo che non l’avevano mai ospitata. Ho sempre agito in modo trasparente, chiamando Sepp Blatter (all’epoca presidente della Fifa), subito dopo il pranzo, per informarlo della presenza del principe e del primo ministro del Qatar all’Eliseo, e più tardi, rivelando alla stampa il mio voto per il Qatar”, si è giustificato. Condannato a quattro anni di sospensione dalla FIFA e quindi scagionato dai tribunali svizzeri per la vicenda del pagamento presumibilmente “indebito” di 2 milioni di franchi svizzeri (1,8 milioni di euro) che gli aveva corrisposto Blatter nel 2011, l’ex numero 10 della nazionale francese e della Juventus aveva annunciato all’inizio di giugno il lancio di procedimenti giudiziari contro “tutti coloro che hanno fomentato un complotto per non farmi diventare presidente della Fifa”. Visto che scadrà a ottobre 2019, la sospensione di Platini gli aveva impedito di candidarsi alle ultime elezioni alla presidenza della Fifa vinte il 5 giugno da Gianni Infantino, ex segretario generale della UEFA e attualmente presidente in carica.
Articolo pubblicato il giorno 18 Giugno 2019 - 12:11