Sono 20 gli ‘inviti a dedurre’ notificati dalla Guardia di Finanza di Caserta a tutto il management del Consorzio Idrico Terra di Lavoro in relazione ad un’indagine che ipotizza un danno erariale di oltre tre milioni di euro. Si tratti di compensi percepiti indebitamente a presidente, vice-presidente e membri del Consiglio di amministrazione. L’inchiesta contabile del vice Procuratore Generale Ferruccio Capalbo della Procura Regionale della Corte dei Conti per la Campania, coordinata dal Procuratore Michele Oricchio, contesta la responsabilità amministrativa agli amministratori per aver percepito indebitamente emolumenti per circa 900 mila euro, per il periodo dal 2014 al 2019. Per altre somme elargite negli anni precedenti, ovvero dal 2011 al 2014, è invece intervenuta la prescrizione. L’accusa sostiene che le somme non dovevano essere liquidate perché un apposito decreto legge del 2010 aveva previsto la necessaria gratuità dell’attività svolta da ‘amministratori di comunità montane e di unioni di comuni e comunque di forme associative di enti locali aventi per oggetto la gestione di servizi e funzioni pubbliche’. L’indagine contabile si è mossa anche su un orientamento giurisprudenziale – deciso in passato da diverse sezioni regionali di controllo della Corte dei Conti – riconoscendo l’applicabilità della norma su diversi casi tra cui quello in cui rientra l’ente Consorzio idrico della provincia di Caserta.
Articolo pubblicato il giorno 11 Giugno 2019 - 14:51