Castellammare. Si cercano altre le prove e altre giovani presunte vittime per incastrare definitivamente il bidello pedofilo stabiese da tre giorni agli arresti domiciliari. Gli inquirenti stanno setacciando il suo smartphone e il suo computer alla ricerca di probabile coinvolgimenti in una delle tanti reti di pedo pornografia. A.L. . 55a anni, bidello presso l’istituto alberghiero Raffaele Viviani alla periferia di Castellammare era noto nell’ambiente per il suo “vizietto”. Eppure nonostante in passato fosse stato scoperto in una scuola della penisola sorrentina mentre spiava le ragazzine nel bagno gli era stata solo comminata una sanzione disciplinare. Anche a Castellammare lo avevano scoperto ma gli avevano fatto un “ammonimento orale”. Poca cosa per chi come lui era solito “attirare” le ragazzine nel suo sgabuzzino e usarle violenza. La svolta dell’indagine, condotta dagli agenti del commissariato stabiese, nei mesi scorsi quando una 15 ha raccontato tutto alla madre che poi l’ha accompagnata a sporgere denuncia. Il giorno dopo “l’orco” fu picchiato fuori alla scuola da due uomini. L’indagine era già partita e A.L. nel frattempo ha fatto richiesta di trasferimento in un’altra scuola. Anche un’altra amica della prima ragazzina che lo aveva denunciato si era presentato alla polizia per raccontare le molestie subite. Il quadro accusatorio è cominciato ad essere pesante ed è stato deciso di procedere a intercettazioni telefoniche. Viene interrogato ma nega tutto. la procura di Torre Annunziata dispone degli accertamenti irripetibili e si scopre che il suo Dna corrisponde a quello trovato sugli abiti delle due ragazzine violentate. E così l’altro giorno sono stati disposti gli arresti domiciliari mentre continuano le indagini. Ma anche se l’incubo per le due ragazzine, che comunque hanno avuto il coraggio di denunciare, è finito, quel “ricordo” sarà difficile da cancellare.
Articolo pubblicato il giorno 2 Giugno 2019 - 08:27