Capri. Cocaina piazzata di nascosto nell’auto di lavoro di un imprenditore per fargli perdere un appalto. Una storia inquietante ambientata nell’isola di Capri, risolta con l’archiviazione disposta dal gip di Napoli per l’imprenditore Marcello Panico, amministratore unico di “Telecom Reti srl”, società affidataria per conto della Sirti dei lavori di installazione e manutenzione dei cavi telefonici sull’isola. Tutto ha inizio il 18 gennaio 2017, quando la Polizia trova dosi di cocaina all’interno di un autocarro della ditta in uso a Panico, che nega il possesso e denuncia un’ipotesi di simulazione di reato. L’accaduto intanto ottiene risalto mediatico e ciò comporta quasi automaticamente la sostituzione della società da lui amministrata con un’altra ditta, il cui titolare è un imprenditore caprese. Nella richiesta di archiviazione, il sostituto procuratore Giancarlo Novelli definisce Panico “irreprensibile imprenditore estraneo al contesto caprese, particolarmente chiuso per via della connaturata realtà isolana e pertanto estremamente scomodo”.E in effetti il “trappolone” sembra essere nato proprio in ambienti isolani, in particolare dalla “amicizia di lunga data” tra un giornalista di una testata web, autore della soffiata alla polizia sulla presenza di droga nell’auto di Panico, e l’amministratore della società che subentra alla Telecom Reti nell’appalto. Il primo, che pure aveva “reiteratamente e spudoratamente negato” di essere l’autore della soffiata, aveva dato immediato risalto mediatico alla notizia “tratteggiando – scrive Novelli – con toni esasperatamente negativi la figura di Panico”. Il secondo invece, nel giorno precedente al ritrovamento della droga, aveva suggerito a un operaio di “organizzarsi perché di lì a poco sarebbe passato a lavorare con lui”. Nei giorni immediatamente precedenti al rinvenimento della sostanza stupefacente, inoltre, “intercorrono molteplici contatti telefonici” tra il giornalista e l’imprenditore. Richiedendo l’archiviazione per Panico dall’accusa di detenzione di sostanza stupefacente, richiesta accolta alcuni giorni fa dal gip Fabrizio Finamore, Novelli evidenzia la “possibile ricostruzione alternativa emersa dalle indagini”, e cioè la simulazione di reato a carico dell’indagato da parte del giornalista in concorso con l’imprenditore amico al fine di ottenere l’estromissione di Panico”. Una vicenda che in queste ore sta scuotendo l’isola di Capri.
Articolo pubblicato il giorno 29 Giugno 2019 - 14:53