Sono state le dichiarazioni spontanee di tre donne di camorra, in particolare della “pazzignana” Luisa De Stefano, a tenere banco oggi, nell’udienza del processo per l’omicidio del ras del Rione Sanità, Raffaele ‘Ultimo’ Cepparulo ma soprattutto dell’innocente Ciro Colonna, entrambi assassinati a Ponticelli, in un circolo privato il pomeriggio del 7 giugno 2016. A rilasciare dichiarazioni spontanee sono state oggi anche altre due imputate coinvolte nel duplice assassinio, e cioè Anna De Luca Bossa e Vincenza Maione (difesa, come anche Luisa De Stefano, dall’avvocato Carmine Danna). Le tre donne hanno tutte confermato che Cepparulo, uomo di vertice del clan dei ‘Barbudos’ del rione Sanità ovvero gli Esposito-Genidoni-Spina autori della stragde delle Fontanelle contro i Vastarella, doveva morire in quanto da tempo ordinava attentati ai loro danni. La De Stefano, in particolare, ha riferito di essere stata anche costretta a chiudere un negozio a causa dei raid. La De Stefano, come anche gli altri sette imputati – tra cui il boss Ciro Rinaldi detto mauè (arrestato di recente e collegato dal carcere in videoconferenza) e il killer Michele Minichini ‘el tigre’ (che invece non era collegato e che nella scorsa udienza ha chiesto scusa alla famiglia Colonna con una lettera, ndr) – sono tutti accusati di avere avuto un ruolo in quel tragico agguato costato la vita a un giovane di appena 19 anni che stava giocando a bigliardino.
Articolo pubblicato il giorno 10 Giugno 2019 - 17:26 / di Cronache della Campania