Un tavolo di crisi si riapre in Campania. È quello con Whirlpool, che il ministero dello Sviluppo economico ha convocato per il 4 giugno alle 15. Perché Whirlpool Emea “intende procedere con la riconversione del sito di Napoli e la cessione del ramo d’azienda a una società terza in grado di garantire la continuità industriale allo stabilimento e massimi livelli occupazionali, al fine di creare le condizioni per un futuro sostenibile del sito napoletano” con circa 420 dipendenti. L’annuncio shock è arrivato a un incontro fra rappresentanti delle organizzazioni sindacali e i vertici aziendali per un aggiornamento sul Piano industriale Italia 2019-2021. È subito scattata la proclamazione di uno sciopero dei lavoratori in tutti i siti italiani del gruppo. Nei prossimi giorni, annuncia la società, Whirlpool lavorerà con le organizzazioni sindacali, le istituzioni locali e nazionali per definire tutti i dettagli e le tempistiche della riconversione, che saranno resi noti “non appena possibile”. Whirlpool ha confermato gli investimenti per 250 milioni per il triennio 2019-2021 in attività di innovazione, prodotto, processo e ricerca e sviluppo nei suoi siti industriali in Italia. Inoltre, sono stati riconfermati per i siti di Cassinetta di Biandronno, in provincia di Varese, Melano (Ancona) e Siena la specializzazione in atto e i volumi produttivi e occupazionali previsti dal piano. Il trasferimento a Comunanza (Ascoli Piceno) della produzione delle lavatrici e lavasciuga da incasso dalla Polonia è stato confermato. Il sito – fa sapere il gruppo – beneficerà di un incremento dei volumi che porterà la produzione totale a oltre 800mila unità. Ma i sindacati sono sul piede di guerra: temono la chiusura dello stabilimento di Napoli Est. E la reazione del ministro dello Sviluppo economico e vicepremier Luigi Di Maio è netta: “La notizia della chiusura dello stabilimento di Napoli sarebbe già grave al solo pensiero che 420 lavoratori rischino di non avere più un posto di lavoro, ma diventa assurda se si pensa che, con questa scelta, i vertici aziendali decidano di stracciare un accordo che Whirlpool ha firmato lo scorso 25 ottobre al Mise”. Un accordo sulla cui base il ministero del Lavoro ha concesso gli ammortizzatori sociali per i lavoratori. Ma per Di Maio col loro comportamento, però, i nuovi vertici di Whirlpool “hanno mancato di rispetto a loro, ancor prima che al ministero dello Sviluppo economico e al governo stesso”.E rispetto degli accordi è proprio quello che i sindacati chiedono che l’esecutivo lega stellato ora pretenda dall’azienda. E una delegazione sindacale si è recata al ministero dello Sviluppo Economico per sottolinearlo. “È inaccettabile cancellare il lavoro fatto e 420 posti di lavoro in questo modo”, ha tuonato la segretaria nazionale Fim Cisl Alessandra Damiani.Il ministero dello Sviluppo economico è pronto a rimettere in discussione l’intero piano industriale, chiedendo spiegazioni urgenti all’azienda e tutelando “al 100% tutti i lavoratori coinvolti”. Lavoratori che – assicura il Mise – “sono, e rimarranno sempre, la priorità”. Quanto è successo con l’azienda Whirlpool è molto grave, perché a seguito della decisione unilaterale della multinazionale viene chiuso lo stabilimento di Napoli non tutelando i 430 lavoratori coinvolti. Inoltre, viene deliberatamente stralciato, sempre in via unilaterale, l’importante accordo firmato lo scorso 25 ottobre al Ministero dello Sviluppo Economico. Un accordo in cui la stessa azienda si impegnava nel nostro Paese con un piano industriale triennale da 250 milioni di Euro”. Così il Mise in una nota. “Quello che si prefigura è dunque una deliberata violazione di quanto firmato dalle parti, firma a cui è seguita la concessione degli ammortizzatori sociali che avevano lo scopo di supportare il piano industriale. Il Ministero dello Sviluppo Economico è pronto a rimettere in discussione l’intero piano industriale, chiedendo spiegazioni urgenti all’azienda e tutelando al 100% tutti i lavoratori coinvolti. Lavoratori che sono, e rimarranno sempre, la priorità del Ministero guidato da Luigi Di Maio. Per queste ragioni si è deciso di convocare un tavolo sulla situazione il 4 giugno, a partire dalle ore 15”.
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