STRAFAUST, il 4 (ore 21.00) e il 5 maggio (ore 18.00) al teatro Tram. Una scrittura originale che trova le sue radici ideative in quello che Jan Watt definisce in un suo noto saggio, uno dei miti dellโindividualismo moderno: Faust. Piรน specificamente, il testo assorbe la sostanza narrativa dallโomonima opera di Goethe e, in piccole parti, anche da quella omonima di Marlowe, dal Doctor Faustus di Mann e da Il Maestro e Margherita di Bulgakov. Strafร ust, insomma, รจ lโerede degenere dei Faust che lโhanno preceduto. A differenza dei suoi predecessori, perรฒ, Strafร ust ha giร ottenuto e posseduto tutto, nulla piรน ha da rivendicare o da desiderare, nessun patto, nessun limite di tempo, nessuna condizione argina la sua infinita possibilitร . Cosa accade allora quando nessun desiderio, nessun vincolo o necessitร supporta una scelta? Questo รจ il principio tragicomico di Strafร ust (che รจ un Faust strafatto, stracco, straniato, stramazzato, strabuzzante, stramorto, straniero persino a se stesso), che vaga anestetizzato nellโassenza di orizzonti, condannato a marcire in unโeternitร venuta male, immobile e indifferenziata, conseguenza di un abuso di elisir di lunga vita tracannata a garganella. Inerte e immune rispetto a ogni forma di antinomia, privo dโogni limite, possessore di una libertร incondizionata dunque ineffettuale, Strafร ust si รจ trasformato in un asino di Buridano che โ per giunta โ non ha neanche fame. Dovrebbe soltanto morire, ma il tepore umidiccio dellโessere nel mondo e lโassenza di attrito con esso, lo hanno precipitato in una sorta di immoto perpetuo dal quale il pietoso e ridicolo Mefisto โ con la sua complice Margherita โ proverร a salvarlo, per liberare entrambi dal copione giร scritto di cui sono prigionieri.
Articolo pubblicato il giorno 2 Maggio 2019 - 12:26