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Sarri: dal lavoro in banca al tetto d’Europa

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Dopo 29 anni di carriera, Maurizio Sarri ha conquistato il suo primo trofeo internazionale, trionfando con il suo Chelsea nella finale di Europa League (4-1 sull’Arsenal). Riavvolgendo il nastro della sua carriera, si tratta del suo secondo titolo in assoluto: fino a ieri nella sua bacheca era presente solo la Coppa Italia di Serie D vinta con il Sansovino, squadra di Monte San Savino (Arezzo) che ora gioca in Promozione. Sarri e’ arrivato tardi nel calcio che conta, futuro al quale era destinato fin da giovane: il toscano ha un passato da giocatore, nel ruolo di terzino, in seconda categoria. Sport che affiancava al suo vero impiego presso la Banca Toscana, l’istituto di credito per il quale fece esperienza in Inghilterra, Lussemburgo e Svizzera. In riferimento al precedente impiego di Sarri, qualche tempo fa il suo collega Luciano Spalletti ha ironizzato: “Se Sarri avesse continuato a lavorare in banca sarebbe diventato Ministro dell’Economia”. La passione per il calcio ha spinto l’allenatore a lasciare il lavoro da bancario e a girovagare per le panchine delle serie minori: dall’inizio nello Stia e nella Faellese, passando per diverse altre piccole realta’ come Cavriglia, Antella, Valdema e Tegoleto. Poi la gia’ citata Coppa Italia con il Sansovino e l’esperienza con la Sangiovannese. Pian piano arrivano le chiamate di piazze piu’ importanti come Pescara, Arezzo, Avellino, Verona e Perugia, Grosseto, Alessandria e Sorrento. Una gavetta di 22 anni che lo conduce a Empoli, dove conquista la Serie A al secondo anno di panchina. Nella massima categoria (stagione 2014-2015) l’Empoli di Sarri diventa la rivelazione del campionato, conquistando la salvezza con quattro giornate d’anticipo e strappando applausi nei piu’ importanti palcoscenici italiani per il bel gioco e per la chiara e riconoscibile identita’ tattica. Sarri si guadagna la stima di Aurelio De Laurentiis che lo porta a Napoli. I suoi tre anni sulla panchina del San Paolo non sono premiati da alcun trofeo, ma l’allenatore ha il merito di alzare il livello di competitivita’ della squadra, sempre attraverso un gioco di grande qualita’. Tanto che la Treccani ha inserito tra i neologismi la parola ‘sarrismo’, termine coniato per definire la spettacolare filosofia di gioco del tecnico toscano. Dopo aver qualificato il Napoli in Champions League il primo anno e aver condotto Higuain in cima alla classifica cannonieri nella seconda stagione (36 gol), nel suo ultimo anno in azzurro ha duellato fino all’ultimo con la Juventus per la vittoria dello scudetto. I numeri parlano da soli: Sarri ha migliorato il record di punti (91), di vittorie in campionato (28) e di reti subite (29) nei tornei di A a 20 squadre. Infine l’approdo al Chelsea nel 2018, con le altissime aspettative da parte dei tifosi di poter assistere a Stamford Bridge al cosiddetto SarriBall. La stagione vive di alti e bassi: in campionato chiude al terzo posto molto distante da Manchester City e Liverpool, nelle due finali di Coppa (Community Shield e Carabao Cup) si arrende in entrambe le occasioni alla squadra di Guardiola. Il trionfo in Europa League restituisce un volto diverso alla prima, e forse unica, stagione di Sarri ai Blues.


Articolo pubblicato il giorno 30 Maggio 2019 - 12:59

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