Roberto Michelangelo Giordi, cantautore napoletano, riformula nuovi orizzonti per la canzone partenopea rimescolando la tradizione con il jazz e la world music. E’ vincitore della XIII edizione di “Botteghe d’Autore” ed è in finale a Musicultura 2019 con il brano “Cronache globali degli anni Zero”
“Il Sogno di Partenope”, il quarto album di stanza a Parigi, pubblicato dalla label francese Disques Dom Forlane e prodotto da Piero De Asmundis, verrà presentato nell’ambito dell’incontro “Se i giacobini tornassero… Partenope tra canto, sogno e resistenza” lunedi 20 maggio ore 18.30, ingresso libero presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Via Monte di Dio 14, Napoli.
“Il Sogno di Partenope” è artisticamente prodotto da Piero de Asmundis, già produttore e pianista di Ensemble Dissonanzen, Claude Challe, DJ Da Silva, Daniele Sepe, Nino D’Angelo. Nell’album troviamo molte collaborazioni speciali: al sassofono Daniele Sepe, al clarinetto Pericle Odierna, alla voce Brunella Selo, al violino, mandolino e lira pontiaca Michele Signore e alle percussioni Ciccio Merolla. Dopo il fortunato debutto francese con “Les amants de Magritte” (Disques Dom France, 2017), e i due dischi italiani che gli hanno valso lo status di musicista e cantautore di culto, Giordi dà finalmente voce ad un racconto su Napoli attraverso le note ed i versi della tradizione partenopea più antica.
“Il sogno di Partenope” (Disques Dom) esce in Italia il 12 aprile sulle piattaforme digitali Spotify, iTunes, Google Plus, Amazon mentre la distribuzione fisica è affidata a www.terminalvideo.com/musica. Le 15 tracce che compongono l’album sono un omaggio alla canzone classica partenopea ma arricchite di nuove storie, scritte dallo stesso Giordi, che evocano in maniera nuova, e talvolta surreale, la città di Napoli con le sue eterne contraddizioni, i suoi eclettismi musicali e i suoi legami storici e culturali con la società francese.
Concepito a Parigi e realizzato a Napoli il disco rompe ufficialmente con i clichet della tradizione vocale cercando di ricollocare le melodie antiche nei territori ancora inesplorati della world music, del folk e della musica da camera.
Articolo pubblicato il giorno 20 Maggio 2019 - 10:26