Diciotto anni di carcere. Questa la richiesta della Dda a carico di Nicola Inquieto, l’imprenditore di Casapesenna accusato di camorra ed in particolare di aver reimpiegato i capitali del boss Michele Zagaria nelle sue attività a Pitesti, in Romania. Dopo il rinvio breve della precedente udienza stamattina dinanzi al collegio del Tribunale di Napoli Nord, presieduto dal giudice Ciampa, i pm della Dda Maurizio Giordano ed Alessandro D’Alessio hanno pronunciato la propria requisitoria ricostruendo l’apparato probatorio e formulando la propria richiesta di condanna di 18 anni di reclusione, ritenendo che la partecipazione di Inquieto al clan dei Casalesi sia stata attiva fino al 2016. I pubblici ministeri hanno, inoltre, richiesto la confisca integrale dei beni dell’imprenditore. Il processo è stato poi rinviato per le discussioni dei difensori di Inquieto, gli avvocati Giuseppe Stellato e Nicola Marino.
Le indagini su Nicola Inquieto hanno consentito di individuare un imponente patrimonio societario ed immobiliare in Romania, tra imprese di costruzione, centri benessere, varie centinaia di appartamenti già ultimati o in costruzione. Tutto realizzato, secondo l’ipotesi della Procura Antimafia, con i capitali di Michele Zagaria a cui la famiglia Inquieto era particolarmente legata. Nicola Inquieto, infatti, è il fratello di Vincenzo Inquieto, il proprietario dell’abitazione di via Mascagni, a Casapesenna, dove il 7 dicembre 2011 venne arrestato Zagaria.
Il prossimo 26 maggio Inquieto dovrà tornare in Romania, secondo quanto disposto dalla Corte di Cassazione di Bucarest. L’imprenditore arrestato in Romania un anno fa, in virtù di un mandato di arresto della Procura europea Eurojust, spiccato nei suoi confronti in seguito ad un’inchiesta della Dia per associazione camorristica, venne consegnato alle autorità italiane in via temporanea. Dopo un’ulteriore proroga di sei mesi a novembre scorso, ora il termine ultimo è in scadenza.
Gustavo Gentile
Articolo pubblicato il giorno 15 Maggio 2019 - 20:43