Professori universitari a tempo pieno e liberi professionisti, nonostante l’incompatibilità ad esercitare, con commesse milionarie. Sono sette i docenti della facoltà di architettura e ingegneria dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, con sede ad Aversa, finiti nel mirino dei Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caserta, nell’ambito dell’operazione denominata “Magistri”, svolta a livello nazionale su attivazione del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma. Dalle indagini sono state accertate consulenze a 51 beneficiari – imprenditori e professionisti – con sanzioni a loro carico per circa 2 milioni e mezzo di euro.
Questo il bilancio dell’operazione svolta dalle fiamme gialle in provincia di Caserta dove sono stati controllati 15 luminari delle due facoltà normanne, di cui 7 sono stati pizzicati. Gli accertamenti hanno consentito di acclarare che i professori hanno svolto l’attività accademica a tempo pieno contemporaneamente alla professione privata e in assenza delle prescritte autorizzazioni, in violazione al principio di esclusività del rapporto con la Pubblica amministrazione sancito dal decreto legislativo 165 del 2001. Nello specifico la normativa vigente prevede che tutti i professori possano svolgere un’attività professionale di natura privata, a condizione però che optino per il regime a tempo definito con una conseguente riduzione stipendiale. Infatti, il regime a tempo pieno è incompatibile con lo svolgimento di qualsiasi attività professionale eccezione fatta per talune specifiche attività connesse all’insegnamento da svolgersi, comunque, previa esplicita autorizzazione del Rettore dell’Ateneo di appartenenza.
Dalle indagini svolte dalle Fiamme Gialle casertane è stato constatato che i 7 professori segnalati hanno svolto un’abituale attività professionale – con la conseguente sottrazione del proprio tempo all’insegnamento accademico – percependo ingenti somme per i numerosi incarichi svolti, per un totale complessivo di oltre 1,6 milioni di euro.
Tra i vari casi esaminati spiccano quello di un docente di origini napoletane che ha fatturato oltre 1 milione di euro per attività professionali svolte a favore sia di importanti società petrolifere, sia di imprese della provincia di Caserta, operanti nell’ambito del ciclo dei rifiuti, nonché quello di un professore di origini milanesi che ha svolto incarichi nei confronti di ben 22 committenti privati diversi.
I professori sanzionati, inoltre, non si sono limitati ad operare solo nel territorio campano, ma molti di essi hanno ricevuto incarichi professionali anche in diverse regioni del nord Italia. Le citate e ripetitive violazioni perpetrate dai luminari dell’Ateneo casertano, emerse dopo un’attenta valutazione della documentazione acquisita durante la complessa attività investigativa, sono state segnalate alla Procura Regionale della Corte dei Conti Campania per i profili di responsabilità amministrativa per danno erariale.
Inoltre, sono state contestate sanzioni amministrative per oltre 2,5 milioni di euro nei confronti dei 51 soggetti, tra imprese e professionisti, che hanno beneficiato delle consulenze dei professori omettendo di richiedere preventivamente la prescritta autorizzazione all’Ateneo di riferimento. In 24 hanno già provveduto al pagamento della sanzione.
L’attività investigativa svolta – che ha avuto non soltanto un intento sanzionatorio, ma anche un effetto preventivo e deterrente per gli altri professori che intendessero emulare i comportamenti scorretti dei colleghi – conferma ancora una volta il costante e incisivo impegno profuso dalla Guardia di Finanza a tutela del corretto assolvimento della funzione svolta dai dipendenti pubblici di ogni ordine e grado, contrastando ogni forma di illecito, abuso e spreco così da garantire migliori e sempre maggiori servizi alla collettività.
Articolo pubblicato il giorno 27 Maggio 2019 - 14:29