Pompei. Un pò dappertutto nei Comuni della nostra area vesuviana la gente aveva visto quasi come una “liberazione” la soppressione della linea ferroviaria storica che attraversava il territorio ai piedi del Vesuvio. Essa univa trasversalmente il nostro territorio pedevesuviano – in direzione mare entroterra e viceversa – da Castellammare, via Torre Centrale fino a Cancello, in provincia di Caserta. Una penetrazione territoriale da costa a monte che aveva un suo perché consolidato da traffici commerciali storicamente determinatisi fin da epoche remote. E presentava un nodo, quello ferroviario di Cancello, territorialmente strategico per i trasporti della Campania, una volta Felix.
Il tempo però sta dando ragione a chi – come chi scrive – ne temeva la eliminazione.
La rete dei servizi di trasporto su gomma infatti si rivela sempre più labile e di incerto futuro, in un’area come la nostra, aggredita da una folle urbanizzazione, senza misura e senza progetto, che ha lasciato intatte – e non sempre – soltanto le direttrici territoriali interessate dai binari ferroviari. Così è stato un po’ dappertutto.
D’altra parte, la assenza di norme urbanistiche chiare e forti in materia di abusivismo edilizio pregiudizievole per l’interesse collettivo aveva dato la stura a comportamenti anomali e sovente reprensibili di una certa parte della Magistratura, quella amministrativa in particolare. Quest’ultima in anni passati ha quasi costantemente accettato – quando non consentito – il fiorire rigoglioso dell’abusivismo edilizio, spesso mascherato da abusivismo di necessità. E in taluni casi l’abusivismo urbanistico, oltre che quello edilizio, è stato sostenuto a piene mani dalla mala politica che andava a nozze con i lottizzatori abusivi. L’espandersi di questa tipologia di aree abitate, trasformatesi in una smisurata e indistinta periferia urbana, favoriva peraltro il trasporto su gomma, rispetto a quello su ferro.
E le linee ferrate risultavano spesso tagliate fuori dalle nuove aggregazioni urbane, peraltro disordinatamente spontanee. Da qui i programmi di dismissioni.
Torniamo però nella nostra area e alla linea ex FFSS Torre Centrale-Cancello.
Pochi mesi fa il Comune di Castellammare di Stabia ha difeso la sua permanenza in attività. Con lungimiranza, a nostro sommesso parere.
In verità, la richiesta avanzata dal Comune di Torre Annunziata di chiudere la tratta ferroviaria Torre Centrale/Castellammare, eliminandola definitivamente risultava oggettivamente comprensibile. Essa tendeva ad eliminare gli ingorghi dovuti alla chiusura dei passaggi a livello, soprattutto nella zona di Rovigliano.
Peraltro, dopo il risanamento dell’area ex Deriver con la nuova rete viaria al confine con Castellammare, si prospettano nuovi e più ambiziosi risultati a breve, come quello della bretella in direzione della Caserta Salerno. Sì, proprio quella che si svilupperà secondo una direttrice che passerà a monte degli Scavi di Pompei.
All’azione di Ascione però si è opposto l’attuale sindaco stabiese Cimmino, che ne difende la permanenza in funzione almeno fino a quando non sia attivata una linea tranviaria leggera sulla stessa tratta, storica e ancora utile, sebbene a fasce sempre più scarse di viaggiatori, almeno oggi. Come dire però … una moratoria sine die, basata sull’esperienza negativa delle fatali abitudini italiche, fatte di gioco a centrocampo senza vinti o vincitori.
Intanto NAPLEST da parte sua propone la eliminazione della tratta ferroviaria costiera da Napoli a Torre Centrale, secondo le ipotesi progettuali dell’Archistar Josè Acibillo, recepite – sia pure con riserva – all’interno del Programma di sviluppo della Buffer Zone UNESCO del Grande Progetto Pompei.
Insomma, questi sono gli scenari in movimento, mentre si vedono ormai in corso i lavori per il Maximall, lo sterminato centro Commerciale – il più grande del Mezzogiorno – previsto nella sterminata area ex ITALTUBI.
Facile prevedere che il Maximall sposterà l’asse del turismo da e per Pompei Scavi in territorio torrese. Già se ne vedono i segni, se si ha occhio attento. Ma l’unico grande assente in questo gioco di scenari strategici in movimento è il Comune di Pompei. Esso è evidentemente inidoneo a concepirli o proporli di propria iniziativa. Per netta, ma colpevole incapacità, la Amministrazione a guida Amitrano si limita ad andare al traino. Al massimo, si adatta sul predellino. In attesa delle briciole. E intanto sta consentendo che il territorio del Comune di Pompei venga coinvolto in misura minoritaria nella Buffer Zone UNESCO. Tre quarti del territorio pompeiano della Città nuova risultano di fatto fuori dalla Buffer Zone. Alla Città nuova non resterà che aggrapparsi al manto della Madonna. Negli ultimi giorni poi gira nel WEB una riproduzione anonima in 3D della Casa di Riposo Borrelli rifatta ex novo, in centro Città. E’ l’attuale pomo nodale della discordia tra la gente comune e la Amministrazione Comunale. Nella immagine, che passa quasi clandestinamente da un cellulare all’altro, si vede anche una nuova chiesetta, spostata però sul fronte Est della Casa di Riposo, verso Scafati, per favorire la realizzazione del sottopasso della linea EAV- ex Circumvesuviana. Questo sottopasso, agognato da decenni, dovrebbe liberare dalla morsa perenne del traffico la Via Lepanto, arteria principale e centrale della Città Nuova. Ma chi sia il soggetto autore o committente della immagine è un piccolo grande mistero.
Sarà presto svelato? La domanda attende risposta.
Federico L.I.Federico
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